Caserta

Caserta soffre per il “suo” Oscar

E’ proprio vero: il basket casertano sta passando uno dei momenti più cupi della sua storia.
Le incertezze societarie, le fantasiose iniziative degli appassionati, i “chiarimenti” televisivi e le contingenze del momento sono davvero ben poca cosa rispetto alla battaglia che sta combattendo OSCAR Schmidt, uno degli ambasciatori di Caserta nel mondo.
Esattamente due anni fa si era diffusa la notizia dell’asportazione di un tumore (all’epoca benigno) dal cervello del Nostro. Ma la sorte, perfidamente beffarda e bastarda, ha riproposto oggi una notizia ancor più brutale e devastante per noi che lo abbiamo conosciuto e apprezzato (infinitamente) sul parquet: il 30 aprile scorso, i chirurghi dell’ospedale Albert Einstein di San Paolo del Brasile hanno rimosso, dal cervello di Oscar, nuovamente un tumore e stavolta, purtroppo, è maligno.

E’ stata la sua stessa famiglia a diffondere la notizia che ha gettato nello sconforto il suo Brasile, Caserta e tutto lo sport mondiale  che soffre e spera per lui, anche se fonti vicine al Nostro raccontano che forse il peggio (almeno per ora) sembra passato.
Proprio nel giorno in cui Moka Slavnic (l’altro trascinatore della Juve che conquistò la serie A nell’83 nel PalaMaggiò appena edificato) è stato ammesso a fargli compagnia nella Hall of Fame FIBA, i social forum sono stati inondati dai commenti degli aficionados, pochi per tutti: “Oscar metti la tua tripla più importante”, “Non mollare”, “Oscar per noi è qualcosa di più di un mito” ….
Mao Santa è forse il giocatore che più si è identificato con la nostra città ed in generale con il nostro Sud, tanto da far nascere in una clinica di Napoli il suo “terroncino” Felipe.
Mai una parola fuori posto, nessuna polemica, né atteggiamenti provocatori (ci sono oggi tante “mezze tacche” che si ergono a campioni…) e sempre il sorriso caldo del suo Brasile a riscaldare un Palazzo e la sua torcida.
Per Caserta, e soprattutto per il Cavalier Maggiò, Oscar rinunciò alla NBA ed ai soldi (davvero tanti) del quadriennale propostogli dal Real Madrid per rimanere otto anni in una squadra di cui poi non ha goduto il trionfo tricolore, ma tante delusioni a partire da quella di Atene.
13.957 punti realizzati in serie A; high di 66 contro Torino (oggi si vince la classifica marcatori con meno di 20 di media!); per due volte 12 bombe a segno in una singola gara; di gran lunga il miglior tiratore passato in Italia, lo fermavi solo con i falli (ne subì ben 15 da Modena), ma lui poi univa dai 5,20 (per ben 95 volte ha fatto il 100%).
Il dato statistico passa però in secondo piano di fronte alla grandezza di un Personaggio che, da celebrato campione dello sport, ha saputo reinventarsi apprezzato consulente aziendale passando per importanti esperienze amministrative: un vero Uomo a tutto tondo!
E l’affetto che tutto il mondo gli sta tributando è proprio quello che si deve agli Uomini, agli Uomini come Oscar.

(Eugenio Simioli)

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