Cultura

Renzi, ma chi ti ha votato Presidente del Consiglio?

Viviamo un momento nel nostro Bel Paese  in cui spesso mi chiedo se sogno o son desto, dove ogni certezza si sta trasformando in precarietà.

L’art. 1 della ns. Costituzione recita: L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. Forse sarebbe il caso di modificarlo in: “L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro per pochi. La sovranità non appartiene al popolo, ma solo ad una parte di esso”. L’unica certezza che abbiamo è la precarietà per tutti, tranne  per quel 10% di italiani che detiene l’intera ricchezza del Paese, precarietà  che, in campo lavorativo, si avvia a diventare certezza  fino all’età pensionabile.

Qualcuno sa, per esempio, come funziona oggi l’inserimento nel lavoro con il contratto a progetto?

Il contratto a progetto è un contratto a tempo determinato, rinnovabile a scadenza, dove puoi lavorare anche vent’anni senza però avere il diritto alla pensione. Inoltre, se il contratto non viene rinnovato, vai a casa e non prendi la liquidazione. Però – attenti! –  si ha  diritto alle ferie: quelle  sono obbligatorie.

Bravi!

Solo che, durante il periodo di ferie obbligatorie, il datore di lavoro non ti paga. Inoltre, se vai regolarmente al lavoro, ma quel giorno non si può lavorare perché, ad esempio, c’è un interruzione dell’energia elettrica, il datore di lavoro non ti paga la giornata, così come non te la paga se ti assenti perché  sei malato.

Ora, dopo “l’uomo della Provvidenza”, imperversa sulla scena nazionale un giovane toscano ambizioso che vuole mettere le cose a posto (…a modo suo!), fare le riforme perché  il Paese ne ha bisogno e poi ce lo chiede l’Europa,  sistemare i conti dello Stato, dare lavoro ai giovani.

C’è da chiedergli (e chiedersi): “Sei venuto  o ti  hanno mandato?” La risposta è: ”Ti hanno mandato!” …a sistemarci perbene  tutti quanti!

E via allora con le riforme, abolizione delle Province (…ma non è vero!),  abolizione del Senato (…ma non è vero!), approvazione della legge sullo scambio di voti (…ma riducendo le pene)…  Bravo, bene, bis!

Ti hanno mandato, ma chi? Non certo gli italiani perché, caro Renzi, non hai avuto nessun consenso popolare, non sei passato per le urne.

Ma un bel giorno hai deciso (…hanno deciso, chi ?) che bastasse essere eletto segretario del PD con il voto di 1.895.332 persone per sederti sulla poltrona di Presidente del Consiglio, con il placet del Capo dello Stato che, pochi mesi prima, aveva affidato l’incarico ad Enrico Letta, sempre del PD.

Nel PD si dice che ci sia maretta, ma nessuno, anche chi non è d’accordo con la linea del segretario/ presidente, lascia. Tutti votano compatti.

Bravi, così si fa, salvo dopo a dire “io l’avevo detto, non ero d’accordo”. Intanto il voto non lo hai fatto mancare per esprimere democraticamente ed in maniera trasparente il tuo dissenso.

Insomma, democraticamente, le sorti di un Paese di sessanta e più milioni di abitanti sono in mano ad una persona eletto segretario del suo partito con 1.895.332 voti, che in un Paese come l’Italia bastano ed avanzano per fare il  Presidente del Consiglio .

E la democrazia dove è? Non contano niente quindi i circa 58,5 milioni di italiani che ancora credono che  “la sovranità appartiene al popolo”?

Domanda: ma Renzi è la stessa persona che aveva detto a Letta di “stare sereno” che lui il Presidente del Consiglio lo avrebbe fatto se candidato alle elezioni  ed  eletto?

Matteo Renzi è stato assunto come dirigente dall’azienda di famiglia poco prima di candidarsi, la prima volta, alle elezioni come Presidente della Provincia  di Firenze.

Che bravo che sei – furbetto! – così i contributi pensionistici li paghiamo noi e non l’azienda di papà.

E perché se, caro Renzi, non ho avuto la possibilità di sceglierti, attraverso lo strumento democratico del voto, come Presidente del Consiglio, ora devo contribuire a pagarti i contributi?

Perché, invece di mettere mano subito alla riforma elettorale (…la risposta la so, come tanti italiani che hanno già capito!) che esclude ogni possibilità al cittadino di scegliere il suo rappresentante al Parlamento, caro Renzi, non parli di reddito minimo di cittadinanza? Come mai, quando si tratta di mettere le mani nelle tasche degli italiani,  ci si riempie la bocca nel dire è l’UE che ce lo chiede. L’ UE non è la stessa UE che chiede da vent‘anni all’Italia l’applicazione del reddito minimo di cittadinanza?

Perché, per legge, non si stabilisce un tetto massimo alle pensioni e si tagliano drasticamente da subito le pensioni d’oro, così da fare cassa ed allentare la morsa delle tasse? Forse perché si toccano interessi di intoccabili, perché si va ad intaccare l’establishment del potere?

Questi sarebbero i veri segni tangibili di un cambiamento e non la presa in giro di provvedimenti (vedi abolizione delle Province e del Senato) che servi sciocchi ripetono come scimmie ammaestrate in ogni trasmissione televisiva.

La continuità con il passato c’è e mi dà una speranza.

Ogni mese, caro Renzi,  ti assicuro che aspetto con trepidante attesa di non vedermi addebitato sul mio conto la rata del  mutuo. Ma, per mia sfortuna, non sono né  ignaro come Scajola che non sapeva, né ho un amico che mi “ospita“ dove risiedo, per cui sono costretto a pagare di tasca mia.

Come tanti, tanti, tanti italiani!

(Biagio Sparano – Direttore Responsabile di Radio PRIMARETE)

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