Cultura

“Ma in che Paese viviamo?”

Ma in che Paese viviamo?

Per una finale di Coppa Italia di calcio, i tutori dell’ordine pubblico chiedono ad un ultrà l’ok a disputare la gara.

E non ad un ultrà qualunque, ma ad un pregiudicato che indossa una maglia con la scritta “SPEZIALE LIBERO” (NdR: Antonino Speziale è l’ultrà del Catania condannato per l’omicidio preterintenzionale dell’ispettore capo di polizia Filippo Raciti),

E lo Stato? Resta a guardare, inerme, debole, assente. Eppure, in tribuna autorità allo Stadio Olimpico di Roma, erano presenti la seconda e la terza carica dello Stato e cioè il Presidente del Senato Grasso ed il Presidente del Consiglio Renzi. Con loro, il Presidente della Figc Abete ed il Presidente del Coni Malagò. Tutti a far vetrina!

Ma che bel Paese….

Anzi, avute assicurazioni da chi è abituato ad infrangere le leggi, si compiace della trattativa condotta e si accomoda a vedere la partita, come se nulla fosse accaduto.

Ed i fischi all’Inno nazionale ?

Nessuno si chiede il perché, forse proprio perché non ci si vuole rendere conto del malessere e del degrado civico e civile nel quale viviamo…

Ma ancora non è chiaro che l’Italia è come una polveriera, pronta ad esplodere?

Il  Sindaco di Torino Fassino (noto juventino) mostra  il dito medio ai tifosi del Toro che lo contestavano.

Lo showman Renzi parla per slogan, usa un linguaggio da bar – che non si addice ad un Presidente del Consiglio (anche se non eletto dal popolo, è pur sempre presidente del consiglio…  ) – parlando di gufi e sciacalli riferendosi a tutti quelli che non la pensano come lui e che quindi remano contro e portano sfiga, e manda in TV le ochette del suo entourage a ripetere stupidità in quantità industriale.

Berlusconi, prestato ai servizi sociali, imperversa su radio e tv e continua a fare politica, anzi è pure firmatario  (ma come si può?) di una proposta di legge.

Insomma, di tutto, di più …e sempre peggio!.

Ma che cosa dobbiamo fare per vivere una vita normale in un Paese che vorremmo  normale, dove si avverta la  presenza delle Istituzioni, in un Paese che rispetti i cittadini in quanto tali, e soprattutto in un Stato capace di far rispettare le leggi?

Uno Stato che, con atti concreti e non con buffonate pre – elettorali, dia un segnale tangibile ai giovani per potersi costruire un avvenire diverso, un posto di lavoro, una famiglia, avere dei figli, farli crescere e studiare e vivere, magari, in un  ambiente nel quale la “Terra dei Fuochi“ dovrà essere solo un pallido ricordo, dove allo stadio si potrà andare con i propri figli per una giornata di sport e divertimento, dove la parola “precarietà” sia stata  soppiantata dalla “certezza”  delle aspettative,  dove si  restituisca  all’uomo – solo perché esiste – la dignità di essere tale.

Ridateci “Canzonissima“, “Tribuna Elettorale“ e Sandro Pertini!

Ridateci un Paese serio, credibile e rispettato. Fateci sentire orgogliosi di essere nati nel Paese che ha dato i natali a Dante, Colombo, Machiavelli, Leonardo, Giotto, Einaudi  e che invece oggi una classe politica arruffona, mediocre, senza scrupoli, inadeguata, volgare, incapace,  sta portando  al collasso.

Dateci un Paese nel quale ognuno di noi si senta cittadino e non solo e soltanto contribuente, costretto da un sistema delinquenziale, a soccombere ai voleri di uno Stato affarista e prepotente .

Biagio Sparano – Direttore Responsabile di  Radio PRIMARETE Caserta

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