Era riuscito rocambolescamente a fuggire oltre una settimana fa dal carcere di Frosinone. Ma la sua fuga è subito risultata come una vera e propria beffa per le istituzioni e le forze dell’ordine che immediatamente scatenarono una vibrante “caccia all’uomo”.
Caccia che si è conclusa in queste ore ad opera dei carabinieri della stazione di Macerata Campania.
Alessandro Menditti (nella foto), 44 anni, è stato infatti scovato dai militari in un appartamento in via Ponteselice a Recale.
All’atto dell’irruzione dei carabinieri nella casa, Menditti non ha opposto alcuna resistenza. Il reggente del clan camorristico “Belforte” era solo, ferito e disarmato.
Menditti fu arrestato nel 2012 quando la Squadra Mobile di Caserta diede esecuzione ad un’operazione denominata «Mangusta due»: fu un vero e proprio colpo alla cosca in cui erano le mogli dei capoclan, i fratelli Alessandro e Fabrizio Menditti, a tirare le fila delle estorsioni del gruppo affiliato ai Belforte ed in rapida ascesa dopo gli arresti e i pentimenti di questi ultimi.
Le indagini rivelarono che erano le donne boss a gestire una capillare attività estorsiva, a danno di titolari di cantieri edili e ditte di video giochi, e criminale comprendente anche reati in materia di armi e di traffico di sostanze stupefacenti, come cocaina e hashish, nel comprensorio di Caserta e dell’intera area metropolitana contigua al capoluogo.
I due fratelli sono i figli di Francesco Menditti, morto nel 2010 per cause naturali e capo dell’omonimo clan di camora attivo a Recale, Curti e San Prisco. Il clan Menditti era stato prima contiguo alla cosca dei Piccolo di Marcianise. Poi, nella seconda metà degli anni Novanta, si alleò con il clan dei Belforte fino a prenderne successivamente il comando.
L’importanza criminale dei Menditti infatti fu favorita dal progressivo indebolimento del clan Belforte, detto dei «Mazzacane», decimato dopo l’arresto dei suoi capi storici e dalla scelta di collaborare con la giustizia di alcuni esponenti di spicco dell’organizzazione, protagonista negli anni ’90 di una sanguinosa faida con il clan rivale dei “Piccolo”.