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Cosa spinge una persona a scommettere? Ecco le relazioni tra psicologia e gioco d’azzardo

Il brivido, l’adrenalina, il rischio, ma soprattutto la vittoria. Certo, dietro il gioco d’azzardo c’è tutto questo. Eppure non basta a spiegare il suo legame con la nostra società, anzi con tutte le società, nel corso del tempo e lontane nello spazio. L’azzardo è infatti una componente che esiste da sempre, dal tempo degli antichi Egizi e dei Romani, fino ad arrivare ai nostri giorni. Ma come si spiega questa relazione?

Per rispondere a questa domanda dobbiamo tirare in ballo la psicologia. Come si legge su Giochi di Slot, all’interno del suo blog specializzato, il gioco è stato oggetto negli ultimi anni di grande attenzione accademica e specialistica, come dimostra lo studio “The Sociology of Gambling”, a firma di Herbert A. Bloch, il testo di riferimento per chi vuole capire cosa spinge una persona a giocare.

Il primo aspetto che viene sottolineato riguarda le caratteristiche individuali che rendono alcune persone più inclini a giocare. Tra questi tratti troviamo il piacere di affrontare situazioni rischiose, la ricerca continua di nuove esperienze e una personalità incline alla dipendenza.

Se questo primo aspetto è soggettivo e varia da individuo a individuo, più generale è il secondo, che secondo Bloch è quello ricreativo. Secondo la sua tesi, anche il gioco d’azzardo può rappresentare un’opportunità di socializzazione o di svago. È qui che lo studioso introduce il concetto di “giocatori sociali“, ovvero coloro che si dedicano al gioco solo in specifiche circostanze.

Più interessante è il discorso che si apre con il terzo aspetto, che viene definito rituale. Bloch sostiene che gli individui sviluppino un insieme di significati condivisi all’interno del gioco, simili a quelli presenti in altri contesti della loro vita sociale. Questa ritualità, praticata con costanza, nasce dalla convinzione che possa influenzare l’esito del gioco, arricchendo così l’esperienza ludica di un senso più profondo.

Infine, il quarto aspetto, quello dell’influenza della classe sociale: in una società sempre più chiusa, dove il successo è difficile da raggiungere, il gioco può essere percepito come una scorciatoia per ottenere fama e ricchezza.

Quella di Boch però non è l’unica teoria in questo ambito, come spiegano ancora gli esperti di Giochi di Slot.

Rilevante è anche l’approccio neurobiologico, che spiega la motivazione verso il gioco con il rilascio di dopamina nel cervello, un neurotrasmettitore associato al piacere e alla ricompensa, che viene rilasciato non solo in caso di vittoria ma anche all’inizio dell’attività di gioco. Infine c’è la teoria della prospettiva, sviluppata dagli psicologi Kahneman e Tversky, secondo cui le persone valutano il rischio in modo non lineare, sovrastimando ad esempio le possibilità di vittoria e sottostimando quelle di sconfitta.

Insomma, c’è un mondo dietro al gioco. C’è una spiegazione più ampia dietro ogni mossa. È così che si spiega un successo senza tempo.

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