Cronaca

Per fare il camorrista, doveva imparare a fare “il palo”.

Per guadagnare l’affiliazione al clan camorristico, doveva segnalare la presenza della vittima ai killer.

E’ quanto e’ emerso dalle indagini dei Carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta,  che hanno portato in carcere Fabio Monaco, di 39 anni, di Casal di Principe, sul tentato omicidio di Francesco Panaro, alias ”o’scagnato”, 52enne esponente del contrapposto gruppo criminale Cantiello-Tavoletta, organizzato nel febbraio 2001.

In particolare, i carabinieri hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Gip del Tribunale di Napoli, coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, nei confronti di due soggetti (il Monaco ed Alessandro Cirillo, 37 anni, ritenuto il mandante dell’agguato) ritenuti responsabili di tentato omicidio e detenzione illegale di armi in concorso, con l’aggravante di aver agito al fine di agevolare il sodalizio camorristico dei Casalesi, gruppo Bidognetti.

L’indagine ha permesso di far emergere, tra i protagonisti dell’agguato, tra gli altri, anche le figure degli odierni arrestati, rispettivamente mandante e ”specchiettista”, ossia colui il quale aveva il compito di individuare la vittima.

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