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Svolta societaria per la JuveCaserta?

Nonostante il momento sportivo non esaltante, l’attenzione della tifoseria casertana si è decisamente spostata su un qualcosa che fino a poco tempo fa sembrava un pio desiderio, un puro miraggio o una semplice “chiacchiera da bar”. Invece stavolta, come riportato dalla ns. trasmissione “Cestisticamente Parlando” (in onda ogni martedì dalle ore 19,05 in poi e replica alle ore 00,05 nella notte tra mercoledì e giovedì) condotta da Paolo Carli, Sante Roperto e Francesco Gazzillo, sembra che davvero tra pochissimo ci sarà una vera e decisiva svolta nel futuro societario della Juve Caserta. “Voci dal di dentro” confermano che  stavolta si fa sul serio. Il cambio al timone potrebbe diventare addirittura realtà in questo fine settimana.

Circolano ovviamente tanti nomi ed è perfettamente inutile riportarne qualcuno, anche per evitare di fare pubblicità gratuita a chi poi, in realtà, non farà niente. L’unica certezza è che, ora, qualcosa di concreto all’orizzonte c’è! Forse basteranno pochi giorni e tutto verrà allo scoperto. Vige il silenzio assoluto tra gli addetti ai lavori, vige il lavoro nell’ombra di Pino Sacripanti e dello staff, vige la massima riservatezza: e, considerato tale atteggiamento, forse può darsi che davvero stia per spuntare l’alba di un nuovo giorno, di una nuova era per il basket casertano che aspira da tempo a ritornare a brillare di luce propria.

Facciamo a questo punto nostre le parole scritte da Camillo Anzoini e cioè “Al momento mi interessa capire maggiormente come si evolverà la trattativa per dare ancora un futuro alla JuveCaserta. Come detto in precedenza, credo che bastino due/quattro punti per stare sereni e quindi i risultati del campo vanno, per un pò, in secondo piano. Cambiare volto, dare una rinfrescata generale, ripartire di slancio per consentire di gettare le basi: questo deve interessare nel momento storico che viviamo. E le nuvole all’orizzonte sono pulite, almeno sembra. Sarebbe la vera svolta, la svolta che farebbe respirare tutti”.

Non ci resta allora che attendere, incrociando le dita.

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