Nicola Cosentino, l’ex sottosegretario accusato di collusione con il clan dei Casalesi, si costituirà venerdi’ prossimo, quando si insedierà il nuovo Parlamento e lui decadrà formalmente dalla carica di deputato.
Lo fa sapere l’avvocato Stefano Montone, uno dei legali del parlamentare del Pdl destinatario di due ordinanze di custodia in carcere emesse su richiesta dei magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Napoli.
Due provvedimenti la cui esecuzione non fu autorizzata dalla Camera dei deputati, ma che il 15 marzo diventeranno esecutivi. Montone, che difende Cosentino insieme con l’avvocato Agostino De Caro, ha precisato che al momento non si sa a quale struttura Cosentino dovrebbe presentarsi. Tra le ipotesi, oltre a una delle case di reclusione campane (in particolare, quelle di Poggioreale o Secondigliano, a Napoli), vi e’ anche quella di un penitenziario fuori regione, per esempio Rebibbia, a Roma. ”La decisione definitiva sulla struttura in cui verranno scontati gli arresti – ha spiegato il penalista – spetta all’autorità giudiziaria e, sotto il profilo amministrativo, al Dap’‘.
Nei confronti di Cosentino, parlamentare uscente non ricandidato, devono essere eseguite due ordinanze di custodia cautelare, con accuse che vanno dal concorso esterno in associazione mafiosa alla corruzione e riciclaggio aggravati dall’aver agevolato un clan camorristico. Le ordinanze sono state confermate nei giorni scorsi dal Tribunale del Riesame di Santa Maria Capua Vetere. I giudici non hanno ritenuto che la perdita del ruolo di deputato faccia venire meno le esigenze cautelari, che era una delle tesi sostenute della difesa dell’esponente del Pdl. ”La dismissione da parte di Cosentino di ogni carica politica, visti i principi normativi e la giurisprudenza, costituisce circostanza neutra e priva di effetti diretti sul piano di un’eventuale valutazione di insussistenza delle esigenze cautelari”, scrissero il 5 marzo scorso i giudici del Tribunale casertano respingendo una delle istanze. Una decisione in linea con le posizioni dei magistrati della Dda partenopea per i quali ”il fatto che non sia stato ricandidato conta poco: in vent’anni di attivita’ politica Nicola Cosentino ha accumulato potere e stretto amicizie, dunque potrebbe comunque adoperarsi per favorire il clan dei casalesi e reiterare i reati gia’ commessi”.
Con l’insediamento di Camera e Senato, per altri due parlamentari finiti al centro di inchieste della Procura di Napoli dovrebbero diventare esecutive misure cautelari, sia pure agli arresti domiciliari. I provvedimenti riguardano il senatore Sergio De Gregorio, accusato di corruzione per aver ricevuto tre milioni da Silvio Berlusconi perché passasse allo schieramento di centrodestra determinando la crisi del governo Prodi, e Vincenzo Nespoli, senatore Pdl e sindaco in carica di Afragola (Napoli) accusato di bancarotta e riciclaggio. Le istanze di revoca del provvedimento, presentate nei giorni scorsi dal legale di Nespoli, avv. Salvatore Pane, sono tuttora all’esame del gip Paola Scandone e della terza sezione del Tribunale di Napoli.