JUVECASERTA – SIDIGAS AVELLINO 75-85
(17-23; 16-6; 26-23; 16-33)
Avellino passa al PalaMaggiò, infliggendo ai bianconeri una sconfitta resa ancor più amara dall’arbitraggio osceno di una terna inadatta a gestire un derby così importante.
Palazzo caldissimo – come voleva il presidente Iavazzi – per la presenza di circa duecento supporters irpini, ma ben 3.600 casertani hanno sostenuto la squadra fino alle “prodezze” finali della terna in arancione.
Le ignobili decisioni di Taurino (sotto gli occhi del commissario Teofili), culminate nella espulsione di Sacripanti (la seconda in carriera) con due tecnici, quattro tiri e palla alla Sidigas – tutto in una singola azione -, hanno macchiato il derby (che, per entrambe le formazioni, valeva una buona fetta di playoff), scatenando la rabbia dei tifosi.
In avvio, con 5 punti-flash (gli unici della sua gara), Jonusas porta la Juve sul 5-0 in 1’, ma la formazione di Pancotto oggi vale le prime quattro piazze e pallone su pallone sui è rimessa in carreggiata impattando a quota 9 dopo 3.30’ e cogliendo il primo vantaggio al 7° (14-16) con uno Jaka Lakovic immenso (13 punti frutto di un 5/5, con tre bombe, per lo sloveno nel primo quarto) che fissa il parziale sul 17-23 dopo 10’.
In avvio di secondo quarto Pino Sacripanti compie il suo capolavoro tattico chiudendo tutte le linee di passaggio ai biancoverdi che rimangono a secco per 5.40’ e la Juve – pur fatturando poco in attacco – riesce a staccare Avellino con un canestro di Gentile: 33-27 al 18°. Dopo il 16-4 casertano, il primo tempo si chiude sul 33-29 con un tecnico a Mordente reo, secondo Pozzana, di aver incitato troppo i suoi dalla panchina.
Nella ripresa Jelovac (alla fine migliore dei suoi con 24 punti con 6/7 da 2 e 33 di valutazione) – davanti ai suoi genitori presenti nel parterre – continua a crivellare la retina dai 6,75 e regala al Palamaggiò il massimo vantaggio sul 36-29.
Avellino è gravata di falli e non pare trovare il bandolo della matassa, ma si sveglia Ivanov che con una bomba riporta avanti i suoi al 24° (42-43).
L’ex Mavraides (0/9 da 2) mette un parziale di 5-0 e Michelori completa l’opera riportando la Juve sul +7: 49-42 al 26°. Vantaggio costante di 5/7 punti per Caserta che chiude il terzo periodo sul 59-52 grazie ad una tripla di Gentile.
La squadra di Sacripanti continuando a mordere in difesa riesce a rimanere in testa fino al 34° quando Dean converte un gioco da tre punti e riporta ion vantaggio la Sidigas sul 62-63.
La carica irpina viene dall’Est (quello vero…): prima sale in cattedra il professor Lakovic (26 punti con 11/13 dalla lunetta e 29 di valutazione), poi risulta implacabile Ivanov (alla fine 20+12 con 28 di valutazione); gli ultimi arrivati in casa Sidifgas dilatano il vantaggio esterno (64-69 al 37°), prima della decisione ignobile di Taurino che decide il match a 2.18’ dalla fine.
Una contestatissima decisione, contro i padroni di casa, nella metà campo difensiva fa arrabbiare di brutto anche il mite Sacripanti che protesta in modo duri, ma civile e si becca il primo tecnico (che già avrebbe indirizzato la gara); il coach casertano si lamenta esasperato e si prende il secondo tecnico, con espulsione, che – come detto – frutta ad Avellino quattro tiri e palla a lato con canestro. Sei punti in un amen che fanno volare gli ospiti sul 64-74.
Gli ultimi 120” sono una corrida; in campo vola di tutto, le due tifoserie rischiano di venire pericolosamente a contatto e nel tunnel che porta negli spogliatoi volano parole grosse e spintoni. Derby dunque rovinato da Taurino, con la collaborazione di Pozzana e Mazzoni spettatore non pagante.
Finisce 75-85 con Avellino che sogna i playoff considerato che domenica riceve Venezia (in caso di vittoria ed eventuale classifica avulsa con Caserta e Reyer sarebbe ottava), mentre i casertani, pur ancora teoricamente in corsa per allungare la stagione, sono imbufaliti dai troppi episodi dubbi di un campionato giocato in modo magistrale e commovente.