E’ stato il giorno di Gaetano Vassallo al processo che vede imputato davanti al tribunale di Santa Maria Capua Vetere l’ex deputato del Pdl Nicola Cosentino per concorso esterno in associazione mafiosa.
L’ex imprenditore dei Casalesi, oggi pentito – che per primo ha raccontato di come la camorra abbia controllato i Consorzi di bacino intercomunali che dal 1994 al 2008 hanno gestito la raccolta dei rifiuti in Campania e nel Casertano in particolare -, ha confermato in aula, rispondendo alla domande del pm della Dda Alessandro Milita, che ”Cosentino era il politico di riferimento del clan nel settore dei rifiuti, soprattutto per il consorzio Caserta4 (attivo in 20 Comuni del litorale domizio, ndr)”.
”Piu’ di una volta – ha affermato – ho incontrato Nicola Cosentino quando era sottosegretario e coordinatore regionale di Forza Italia presso la casa della madre a Casal di Principe, lungo la strada che porta a Villa Literno. Gli appuntamenti li dava il sabato, e lì c’era una fila di persone in attesa di essere ricevute. Quella volta ci andai io con mio fratello, assunto alla GeoEco (consorzio Caserta2, ndr), la societa’ che gestiva la raccolta dei rifiuti a Orta Di Atella e Gricignano di Aversa. Mio fratello aveva subito un’amputazione ad una gamba in seguito a un incidente stradale. Pregai l’onorevole di non farlo licenziare, lui avrebbe potuto parlare con il direttore Guido Madonna. Cosentino mi disse di non preoccuparmi. Dopo qualche tempo mio fratello ottenne il cambio di funzione: da autista divenne addetto al distributore di gasolio. Nella stessa occasione uscii dall’ufficio ed entrai subito dopo con Sergio Orsi (imprenditore dei rifiuti condannato nello stesso processo che vede imputato l’ex deputato e fratello di Michele, ucciso dal gruppo di Setola, ndr) che in quella occasione gli consegnò una busta gialla. Poi Orsi mi disse che lì dentro c’erano 50 milioni delle vecchie lire, ma io i soldi non li ho visti; “
Vassallo, video collegato da una località protetta con l’aula di giustizia di Santa Maria Capua Vetere, ha confermato che l’onorevole Cosentino, in cambio, avrebbe dovuto favorire l’impresa Eco4 dei fratelli Michele e Sergio Orsi nella “scalata” al consorzio di bacino Ce4 per la gestione dell’emergenza rifiuti in Campania. Il “patto” stipulato tra il clan e gli Orsi – stando alla versione di Vassallo – sarebbe consistito nel pagamento di una quota del 10% al clan con a capo il boss Francesco Bidognetti attraverso la partecipazione di Vassallo nella Eco 4, sponsorizzata dall’onorevole Cosentino.
Per chiarire meglio questo aspetto, e’ intervenuto il presidente del collegio giudicante, Gianpaolo Guglielmo, che ha posto alcune domande al pentito: “Ma lei nel periodo in cui ha fornito i mezzi all’impresa degli Orsi, cosa ha percepito in denaro?“.
“Nulla, signor presidente. Davo i miei mezzi agli Orsi perché a me interessava entrare nel consorzio, da quando il parco Saurino divenne una discarica satura e si dovettero dirottare i rifiuti a Santa Maria La Fossa, Cosentino e Orsi mi dissero che quello era territorio degli Schiavone e che io sarei dovuto uscire dal gruppo. Allora vendetti i mezzi e ne ricavai 160 milioni“.
”Ma allora il 10% ai Bidognetti non venne dato?“, ha domandato ancora Guglielmo. “No“.
Molti i ”non ricordo” di Vassallo in relazione alle date dei presunti incontri avuti con Cosentino; come quando parla di un altro appuntamento in cui l’ex deputato gli disse che ”la geografia era cambiata e che il Consorzio Caserta4 non era più dei Bidognetti dei quali io ero il referente, ma era passato sotto il controllo del clan Schiavone. Per questo fui estromesso dal consorzio del quale ero socio occulto. Cosentino disse che non poteva più rientrare: c’era in ballo la costruzione di un termovalorizzatore a Santa Maria la Fossa, zona degli Schiavone”.
Vassallo ha poi spiegato che, nei consorzi, entravano come dipendenti i parenti degli affiliati, pregiudicati appena usciti da galera e persone segnalate dai politici che avrebbero poi formato il bacino elettorale in occasione delle elezioni. ”Nei Consorzi, in vista delle tornate elettorali, venivano assunte decine di persone vicine ai sindaci controllati da Cosentino e da Mario Landolfi per poi condizionare il voto a proprio favore”. “Nel libro matricola – ha aggiunto – risultavano assunte 30 persone che prendevano regolarmente lo stipendio; in realtà coloro che lavoravano veramente – ha raccontato – erano sette o otto. Quando si arrivava alle competizioni elettorali, si assumevano più persone per poi licenziarle pochi mesi dopo“.
Vassallo ha anche spiegato che, avendo ampie possibilità economiche, comprò molte tessere di Forza Italia a Cesa – suo paese di residenza in cui ha svolto anche la funzione di assessore tra il 2003 e il 2004 – e questo gli garantì la nomina del segretario cittadino di Forza Italia, Pino Salpa. “Qui, nella sezione di Forza Italia, tutti – ha aggiunto – sapevano che ero un imprenditore del clan Bidognetti”.
“Nel 1994, quando ero ai domiciliari, in occasione delle competizioni elettorali, organizzai – ha continuato Vassallo – un incontro con i candidati di Forza Italia nei miei uffici. I candidati erano l’ex magistrato Pasquale Giugliano (ex-senatore ed attuale coordinatore provinciale di Caserta del Pdl, ndr), il dottor Paolo Santulli di Aversa e l’avvocato Mario Gatto che non venne eletto. Poi pagai una cena al ristorante di mio fratello ‘Zi Nicola’ con i candidati per Forza Italia“.
Nella prossima udienza, prevista per il 6 maggio, verrà ascoltato il pentito Luigi Guida detto O’Drink, mentre il 20 maggio si concluderà l’esame di Vassallo per proseguire poi con il controesame da parte degli avvocati di Cosentino, Agostino De Caro e Stefano Montone.
Nel frattempo il pentito Froncillo ha querelato Cosentino.
“Il sottoscritto Michele Froncillo querela Nicola Cosentino per diffamazione a mezzo stampa perché in conferenza stampa del 15 gennaio 2013, al fine di sostenere la sua candidatura alle imminenti elezioni politiche, ribadisce la sua innocenza nel processo che lo vede come imputato e dice che le accuse arrivano da pentiti, camorristi schifosi che hanno da scontare ergastoli e puntano a salvare i proprio patrimoni“.
Questo il centro della denuncia trasmessa dal pm Ida Teresi al procuratore aggiunto della Dda di Napoli Federico Cafiero De Raho lo scorso 5 marzo che contiene la querela del collaboratore di giustizia di Marcianise, Michele Froncillo, uno degli accusatori dell’ex parlamentare nel processo Eco 4 che lo vede imputato per concorso esterno in associazione camorristica.
Froncillo si e’ sentito offeso dalle affermazioni di Cosentino, l’ex sottosegretario all’Economia del IV Governo Berlusconi in carcere a Secondigliano dal 15 marzo scorso. Pochi giorni fa e’ arrivato l’avviso di conclusione delle indagini a carico dell’ex coordinatore del Pdl in Campania.
“Il mio distacco dalla criminalità organizzata e’ completo e definitivo – prosegue il collaboratore di giustizia – quindi dire ad un riconosciuto collaboratore di giustizia ‘camorrista schifoso’ e’ offensivo e diffamatorio“.
Ma gli avvocati difensori di Cosentino, Stefano Montone e Agostino De Caro, hanno depositato in procura una memoria difensiva che contiene le sentenze con cui il collaboratore di Marcianise e’ stato definito inattendibile.