Sono stati ammessi come parte civile, nel processo a carico dell’ex sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino e altri 20 imputati scaturito dall’indagine ‘Il principe e la (scheda) ballerina’, il Ministero dell’Interno e la presidenza del Consiglio dei Ministri.
A deciderlo è stato il giudice Orazio Rossi del tribunale di Santa Maria Capua Vetere, nella quarta udienza, dopo le questioni di presunta illegittimità della costituzione sollevate dagli avvocati difensori di Cosentino, Agostino De Caro e Stefano Montone, e dal legale di Nicola Di Caterino, Giuseppe Stellato.
Il giudice Rossi ha precisato che, per i reati di associazione camorristica e corruzione, è stata ammessa solo la Presidenza del Consiglio dei Ministri in quanto lo Stato impegna risorse per contrastare la criminalità organizzata. Mentre per il reato relativo ai brogli delle consultazioni elettorali al comune di Casal di Principe, reato di cui devono rispondere gli ex amministratori del Comune, imputati nel processo, è legittima la costituzione di parte civile da parte del Ministero dell’Interno in virtù anche di un danno di immagine.
In aula non era presente l’ex deputato del PdL, dal 15 marzo in carcere, accusato di corruzione e reimpiego di capitali illeciti aggravati dal metodo mafioso e per concorso esterno in associazione camorristica.
Era presente, invece, visibilmente dimagrito, l’imprenditore Gaetano Iorio, nonno del quattordicenne Emanuele Di Caterino ucciso un mese fa in una rissa ad Aversa.
Nel processo sono contestati ai 21 imputati, dal pm Antonello Ardituro, i reati di associazione camorristica, riciclaggio, corruzione e falso.
Per quattro indagati che avevano chiesto il rito abbreviato in fase preliminare del processo, il giudice Rossi ha deciso che, in caso di condanna, applicherà la ‘diminuente’ del rito abbreviato.
Intanto, i legali di Cosentino hanno presentato il ricorso alla Suprema Corte di Cassazione sulla decisione del tribunale del Riesame di Napoli di non rimettere il libertà l’ex sottosegretario.
Per il 24 maggio, infine, e’ prevista l’udienza presso la Cassazione sul secondo appello per l’annullamento del reato di corruzione contestato a Cosentino nei confronti dell’architetto Mario Cacciapuoti, nel 2008 a capo dell’ufficio tecnico del comune di Casal di Principe, che avrebbe concesso una variazione del piano regolatore per agevolare la costruzione del centro commerciale Il Principe, mai costruito.