Era noto a Caserta, come uomo del clan camorristico Belforte, Giovanni Capone, 47 anni (già detenuto da alcuni mesi), destinatario insieme a Francesco Alberto Spaziante, di 38 anni, di un’ordinanza in carcere per estorsione aggravata dal metodo mafioso eseguita dai Carabinieri di Caserta.
Secondo gli investigatori, era sufficiente che Capone si presentasse di persona presso una qualunque attività commerciale per far capire al titolare che era arrivato il momento di pagare.
Così fece quando si recò, nel marzo 2012, con Spaziante presso un fabbro di Caserta; ma in quella circostanza c’erano anche i carabinieri.
Le indagini, partite grazie alla denuncia dello stesso piccolo imprenditore, stanco di dover pagare il pizzo alla camorra, hanno accertato che almeno in un’occasione Capone e il complice riuscirono a ottenere 500 euro quale tangente; al fabbro che cercava di resistere e gli chiese a cosa gli servivano soldi, rispose che erano per le famiglie dei detenuti.
In una seconda circostanza l’esercente fu costretto a consegnare merce per un valore di oltre 400 euro.
