Una partita alla volta si vince il campionato. Ora la prossima e’ la finale. La grande bellezza di Paolo Sorrentino e l’attore di Caserta Toni Servillo è nella cinquina dei candidati all’Oscar per il miglior film straniero. Era stato proprio il regista, tifoso del Napoli, dopo la vittoria dei Golden Globes, a fare il paragone sportivo. “Come dice il mio grande allenatore Benitez, giochiamo una partita alla volta“. Con l’annuncio delle candidature, è arrivata l’ufficialità: “siamo in finale”.
L’ultima candidatura italiana come miglior film straniero è del 2006 con La bestia nel cuore di Cristina Comencini.
L’ultima statuetta nel ’99 con La vita è’ bella che ottenne anche il premio come migliore attore, Roberto Benigni, e quello a Nicola Piovani per la colonna sonora.
Il film di Sorrentino dovrà’ vedersela con il belga Alabama Monroe – Una storia d’amore, Il Sospetto film danese di Thomas Vinterberg, il documentario cambogiano sulle atrocità dei Khmer rossi The Missing Picture e il palestinese Omar.
L’avversario più forte è Il Sospetto che racconta di un insegnante d’asilo (Mads Mikkelsen) la cui vita è stravolta da una accusa di molestie sessuali a minori.
La strada, anzi la partita di Sorrentino verso l’Oscar continua, ma lui non ci vuole ancora pensare: “Sono frastornato, non ho ancora ben capito cosa stia accadendo, ma ne sono felice. E’ una cosa molto lontana da me. Da ragazzino non avevo il tempo di sognare certe cose, ho vissuto periodi molto complicati e cercavo solo di sopravvivere, ma questo e’ un sogno per chiunque faccia cinema e ora lo sto vivendo anche io”.
A caldo, in un’intervista ammette: “Ci speravo, ci contavo, ma qui non si può mai dare niente di scontato”.
La dedica per la candidatura ottenuta è speciale: ”Voglio ringraziare tutti coloro che hanno lavorato al film, tutti, dal primo all’ultimo. E’ stato un film difficile, duro e faticoso, girato quasi tutto in notturna, con temperature pazzesche. Voglio ringraziare tutti loro, senza cui non ci sarebbe stato questo film. Questo risultato è merito di tutti, dagli attori agli elettricisti, nessuno escluso”.
Poi ci ripensa: ”Anzi, una dedica speciale ce l’ho, ed è per i tantissimi colleghi che mi hanno scritto, condividendo la mia gioia. E’ una cosa molto rara, e per questo li voglio davvero ringraziare con tutto me stesso“.
Rispetto agli altri candidati stranieri, il film italiano sembra avere un vantaggio: pur facendo riflettere racconta dei suoi protagonisti in modo ironico e pungente; e l’ironia, una certa leggerezza, una visione onirica dell’arte di fare cinema, sono elementi che piacciono agli americani, che hanno amato
Fellini e che paragonano questo film ai capolavori del grande maestro emiliano. Ma Sorrentino specifica: “La grande bellezza è piaciuto non solo in America, ma in tutte le parti del mondo, è andato bene in Italia dove è partito, e poi in tutti i paesi dove è’ arrivato, in Olanda, in Gran Bretagna. Piace perché parla di esseri umani. Parla di gioie e di dolori che appartengono a tutti“.
E’ dunque il riscatto del cinema italiano? Il regista sorride lusingato: “Se ho contribuito ne sono felice ma non e’ un solo titolo che fa il riscatto del cinema italiano. Deve essere il risultato di più film e questo mi sembra che stia avvenendo. C’e’ ad esempio Il capitale umano di Paolo Virzì, che ho già visto e che e’ bellissimo, che sta avendo un grande successo. Dopo Virzi’ verranno altri. Spero davvero che il cinema italiano la smetta di piangersi addosso e di flagellarsi come se fosse una specie di personcina malata, ma questa e’ una patente che certi disfattisti influenti vogliono a tutti i costi imporci“.