Cronaca Provincia di Caserta

Oltre 200mila tonnellate di rifiuti speciali pericolosi nell’ex cava di Masseria Monti a Maddaloni

Oltre 200mila tonnellate di rifiuti speciali pericolosi sono stati sversati illecitamente nell’ex cava di tufo in località Masseria Monti a Maddaloni, raggiungendo la falda acquifera.

Lo hanno accertato i consulenti tecnici della Procura di Santa Maria Capua Vetere che da mesi monitora le cave dismesse.

Si teme sia stato scaricato, in particolare dalla camorra, materiale altamente tossico tra cui rifiuti ospedalieri.

L’ufficio inquirente, che per le indagini si è avvalso delle dichiarazioni di collaboratori di giustizia, politici e amministratori, ha aperto un fascicolo di reato per disastro ambientale, vista anche la vicinanza al sito di fondi attualmente usati per l’agricoltura e numerose abitazioni.

L’ex cava di Maddaloni, che si estende su una superficie di 12.500 metri quadrati per una volumetria stimata in 187mila metri cubi, è già da tempo classificata come discarica incontrollata.

Dai rilevamenti effettuati sono emerse anche continue emissioni nell’atmosfera di gas che rilasciano sostanze come fenoli e benzene generati da reazioni chimiche prodotte nel sottosuolo dai rifiuti sversati.

I consulenti della Procura effettueranno nei prossimi giorni rilievi anche in un ex cava del Comune di Valle di Maddaloni, usata attualmente come mercatino.

E sempre in tema di reato di disastro ambientale, un gruppo di ambientalisti ha protestato con striscioni e manifesti davanti al tribunale di Napoli contro il rischio della prescrizione, avanzato dai legali di parte civile, del processo Carosello Primo Atto, l’inchiesta sul traffico di rifiuti tossici più imponente mai scoperto nel Napoletano.

A marzo c’era stata la condanna in primo grado degli imputati, tra i quali gli imprenditori Pellini di Acerra, un parente stretto del boss camorristico di Marcianise, Domenico Belforte, e l’ex comandante della stazione carabinieri di Acerra, il maresciallo Giuseppe Curcio.

Ma se entro maggio il tribunale non istruisce l’appello, finirà tutto nel dimenticatoio per cui noi da qui non ci muoviamo fino a quando non si muoverà la giustizia“, affermano gli ecologisti, che appartengono a vari movimenti e associazioni.

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