In due anni è stato recuperato meno di un decimo dell’enorme debito contratto negli anni passati dal comune di Caserta.
I commissari liquidatori, nominati a fine 2011 dal Presidente della Repubblica dopo la dichiarazione di dissesto da parte della giunta Del Gaudio, hanno fatto un sunto del proprio lavoro.
Ma in due anni sono riusciti a recuperate solo 10 milioni di euro degli oltre 127 milioni che formano la massa passiva del comune di Caserta.
Di questo passo il comune riuscirà a ripianare i suoi debiti in una ventina d’anni.
Un risultato in verità abbastanza misero, considerando il debito, nonostante i liquidatori (Maddalena De Luca, Roberto Aragno e Sebastiano Giangrande) abbiano incassato del denaro da esercizi finanziari antecedenti la dichiarazione di dissesto e nonostante l’alienazione dei beni immobili (che ha portato solo 600 mila euro) e altri provvedimenti che impone la legge.
Nella delibera con il rendiconto di questi due anni, approvata poco più di 24h fa, i tre commissari constatano che le risorse finanziarie recuperate sono “del tutto insufficienti a fronteggiare la complessiva massa debitoria“.
In particolare, nel 2012 sono stati recuperati oltre 5 milioni di euro e, nel 2013, poco meno di 5 milioni. Il totale è quindi poco meno di 10 milioni.
Questa però è la cifra recuperata al netto delle spese che ammontano a 237 mila euro nel 2012 e 228 mila euro nel 2013 (460 mila euro circa in totale).
Per cosa sono stati spesi questi soldi? In buona parte per il compenso e il rimborso degli stessi liquidatori.
Da quel che si legge, in due anni hanno intascato circa 75 mila euro di rimborsi e 73 mila euro di acconto sul loro compenso complessivo. Per gli straordinari dei dipendenti comunali, invece, sono stati spesi oltre 150 mila euro in due anni. Il resto delle spese riguarda la pubblicazione di avvisi pubblici e un rimborso al comune per errati accrediti per la vendita degli immobili.
E mentre “la nave continua quindi ad affondare”, la crisi strisciante, e finora malcelata, nella maggioranza consiliare di centrodestra si fa sempre più evidente.
Ora è l’Mpa, per bocca della consigliera comunale Lucrezia Cicia, a sferrare l’attacco, sfiduciando Gianfausto Iarrobino. “Il momento politico della nostra maggioranza necessita, ora come non mai, di una speciale applicazione da parte di tutti i consiglieri che la compongono, per raggiungere gli equilibri essenziali a una prosecuzione spedita ed efficace di una consiliatura che molte risposte può e deve dare alla città di Caserta. Ho registrato con una certa preoccupazione la posizione espressa dal Mpa, sulla necessità di un ripensamento di metodi e sistemi di conduzione del consiglio comunale. Non posso non ritenermi d’accordo sui rilievi di metodo e di merito posti come problema esistente ed evidente nei confronti dell’attuale presidente del consiglio comunale Gianfausto Iarrobino. L’assemblea più importante della città deve guadagnare posizioni in termini di propositività e anche di autonomia d’azione e di proposta rispetto agli organismi esecutivi. E devo dire che oggi, il consiglio comunale di Caserta, questo dinamismo non lo riesce proprio ad esprimere“.
Non contenta, la Cicia, riferendosi agli aspetti legati più direttamente agli equilibri politici tra i vari gruppi e i diversi partiti della maggioranza, rincara la dose: “Sarebbe un esercizio ottuso il negare che questi equilibri di forza non siano mutati rispetto alla prima parte della consiliatura. Oggi, il gruppo di “Caserta Più” (NdR: lista creata dal consigliere regionale PdL Angelo Polverino, oggi agli arresti domiciliari) esprime una rappresentanza ridotta rispetto a quella iniziale. Anche per questo, non è certo peccato grave porre in discussione la titolarità di questo movimento politico a esprimere la carica di presidente del consiglio comunale.”