La guardia di finanza ha sgominato una organizzazione che produceva e poi vendeva via internet merce contraffatta eseguendo una ventina di ordinanze di custodia cautelare.
Le indagini sono state coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Lecce.
L’inchiesta e’ stata avviata in seguito alla denuncia presentata da alcuni acquirenti.
Nel corso dell’operazione sono stati sequestrati due opifici e attrezzature utilizzate per l’attività di illecita contraffazione di marchi di note aziende.
Per la prima volta in Puglia e’ stata applicata la normativa, entrata in vigore nel 2009, che attribuisce alla Direzione distrettuale antimafia la competenza a indagare su associazioni per delinquere finalizzata alla contraffazione di marchi.
I militari del Nucleo di Polizia Tributaria di Taranto, in collaborazione con altri Reparti del Corpo in ambito nazionale, hanno eseguito 24 ordinanze di arresto, delle quali 11 in carcere e 13 ai domiciliari, disposte dal gip del Tribunale di Lecce su richiesta del sostituto procuratore Alessio Coccioli.
Non tutti i provvedimenti restrittivi sono stati notificati.
Le attività investigative, iniziate nel gennaio del 2009 dopo un sequestro di merce falsa operato al porto di Taranto, hanno tratto origine dagli approfondimenti di elementi, acquisiti dai gestori di dati telematici, riferiti a taluni utilizzatori di indirizzi IP attraverso i quali veniva effettuata la commercializzazione di calzature e capi di abbigliamento recanti i marchi contraffatti di note aziende internazionali.
Il successivo sviluppo operativo, supportato da intercettazioni telefoniche e telematiche, ha evidenziato l’esistenza di un primo sodalizio criminale, costituito prevalentemente da persone di origine campana, che si servivano di due opifici ubicati a Maddaloni e Casoria, entrambi sequestrati, all’interno dei quali vi erano attrezzature e macchinari utilizzati per l’illecita attività di produzione di merce contraffatta.