Un anno e sei mesi di carcere.
E’ questa la pena comminata al sindaco di Sant’Arpino (ancora in carica) Eugenio Di Santo finito agli arresti domiciliari il 21 dicembre scorso (ed ancora ristretto nella sua abitazione) per la ‘tentata induzione indebita a promettere utilità‘.
La vicenda riguarda il tentativo da parte del sindaco di Sant’Arpino di ottenere in regalo dall’imprenditore Francesco Mottola, un bracciale tennis con diamantini dal valore di circa 2mila e 500 euro, promettendo in cambio una possibile nuova vittoria dell’appalto per la mensa scolastica.
Gli avvocati del sindaco di Sant’Arpino hanno patteggiato col PM una pena di 18 mesi con la condizionale (pena sospesa) e contestuale revoca degli arresti domiciliari (Di Santo quindi torna libero).
Inoltre, ‘grazie’ a questa sentenza, Di Santo non decadrà dalla carica di sindaco visto che l’accusa per la quale è stato imputato e la condanna non rientrano nei parametri stabiliti dalla legge Severino.
Questa, a nostro parere, è una pecca grave della normativa.
Ad oggi, quindi, Di Santo potrebbe tornare a fare il sindaco, ma ci si augura che, essendosi dichiarato colpevole del reato (…altrimenti non avrebbe potuto patteggiare!), abbia “il pudore” di rassegnare immediatamente le sue dimissioni da primo cittadino.