Il collega Francesco Marino di CasertaFocus.net ha intervistato il nuovo Vescovo di Caserta, monsignor Giovanni D’Alise che non si è certo sottratto a temi anche non semplici.
Monsignor D’Alise, alla guida della diocesi di Caserta, prima di lei si sono succeduti due vescovi dal grande carisma come monsignor Nogaro e monsignor Farina che hanno, però avuto un’impostazione molto diversa tra loro. Quale delle due strade intende seguire? “Quella di monsignor D’Alise… Ho grande stima e rispetto dei miei due predecessori, ma credo che se Papa Francesco mi ha scelto per guidare la diocesi di Caserta voglia che io lo faccia secondo la mia strada. Sono da pochi giorni a Caserta. Mi sto guardano attorno per capire e decidere come muovermi”.
Ci può tratteggiare quella che sarà la sua linea d’azione? “Quella che mi indicherà la luce di Dio che è l’unica stella polare che ho cercato di seguire in tutta la mia vita”.
Un tema che tocca da vicino la diocesi e la città di Caserta è il Macrico. Cosa intende fare per quall’area? “Il Macrico è molto importante per la città di Caserta e per la diocesi. E’ necessario, però, che si usino meno parole per affrontare il problema. La chiesa può fare qualcosa per il Macrico se c’è un progetto dal quale partire. Una volta che c’è un progetto che tenga conto anche dei costi dell’area, la chiesa, l’istituto di sostentamento clero e anche il vescovo possono dire qualcosa”.
Negli ultimi anni, il Premio buone notizie e il Festival della vita hanno rappresentato degli appuntamenti importanti per la diocesi. Intende portarli avanti? “Non posso ancora dirlo. Mi sono stati sottoposti e li sto valutando. Non sono abituato a prendere decisioni su cose che non conosco. I progetti non si legano agli uomini, le cose vanno condivise con tutti, in modo che tutti assieme possiamo prendere delle decisioni”.
Prima della cerimonia d’insediamento al duomo, lei ha voluto incontrare i pazienti dell’ospedale. “E’ stato un gesto semplice, ma significativo. Ho chiesto come regalo espressamente di incontrare delle persone in difficoltà. Se ci fosse stato un carcere sarei andato lì. Ad Ariano quella era la mia prima parrocchia. Avevo costruito un rapporto bellissimo. Il luogo più adatto mi è sembrato l’ospedale e il reparto di rianimazione. E’ lì che si vive la sofferenza e si capiscono tante cose. L’immagine che mi ha colpito di più è stata quella dei familiari che aspettavano fuori dal reparto e che mi vedevano entrare con speranza. Cerco dei posti dove ci sono le persone in difficoltà, perché lì è possibile diffondere il messaggio di speranza di Dio”.
Oggi la diocesi di Caserta ha tante anomalie da un punto di vista “geografico” soprattutto con la diocesi di Capua come il caso di Casagiove. Pensa che ci sia la possibilità di normalizzare la situazione? “Dobbiamo verificare le situazioni e studiarle. Monsignor Visco è un mio amico e con lui, dovremmo sicuramente aprire un dialogo per analizzare le anomalie che, certamente, ci sono. C’è, comunque, un problema di natura regionale che penso prima o poi verrà affrontato nell’organizzazione territoriale. Noi abbiamo qualche difficoltà in più perché i nostri territori sono vicinissimi. Nei tempi giusti, sono convinto che riusciremo a risolvere per il meglio il tutto”.
Al di la della cerimonia di insediamento, ha già incontrato le istituzioni territoriali? “Con le istituzioni credo ci sia una fiducia reciproca. Appena si presenterà l’occasione, parlerò con tutti”.
Qual è il suo messaggio per i fedeli della diocesi di Caserta? “Innanzitutto saluto tutti i fedeli e li ringrazio per il grande affetto che mi hanno dimostrato in questi pochi giorni. Seguendo la luce di Dio sarò al loro fianco”.
(Francesco Marino – www.casertafocus.net)