A seguito del videoreportage di aprile scorso, firmato da Salvatore Minieri e Tony De Angelis, la procura di Santa Maria Capua Vetere ha delegato indagini per verificare il potenziale inquinamento ambientale nella zona Pozzi/Iplave di Sparanise e Calvi, il Corpo Forestale e i Vigili del Fuoco che hanno iniziato un minuzioso screening sui circa 20 ettari di area segnalata dai giornalisti nel loro documento video.
In particolare, un mezzo speciale dei Vigili del Fuoco e le auto della Forestale sono entrati nell’area limitrofa alla ex Pozzi/Iplave (oggi nella piena proprietà della Iavazzi Ambiente Scarl che sta per realizzare in situ un biodigestore anaerobico) per avviare la mappatura dei quadranti da analizzare.
Gli uomini della Forestale-Comando di Calvi Risorta hanno suddiviso la zona in vari settori.
Tutti i punti saranno al centro di una precisa analisi che è iniziata con il controllo NBCR sulla radioattività dei suoli.
Nei prossimi giorni inizieranno anche i riscontri con geomagnetometri e strutture per sondare il terreno con la tecnica del Top Soil, una specifica attività che riguarderà proprio le aree prese in analisi nel reportage di Salvatore Minieri e Tony De Angelis.
Agli inizi di aprile scorso i due cronisti avevano dimostrato, con immagini in presa diretta, quanto fosse contaminato il primo strato di terreno nei pressi della ex Pozzi.
Il terriccio che si rinveniva, ad appena 30 centimetri di profondità, era interamente ricoperto da polveri, residui di solventi e altro materiale di difficile tracciabilità.
Nella zona esiste anche un’area inibita all’uso umano: è il Rio dei Lanzi, fiume che risulta essere tra i più pericolosi dell’alta Campania per la presenza di sostante tossiche e nocive.
La terza fase dei controlli disposti dalla procura vedrà impegnate le forze dell’Asl per l’analisi dei frutteti e delle food zone.
L’area è stata così posta sotto Protocollo Terra dei Fuochi.