Decimati dai Carabinieri i clan della camorra “Bifone” e “Petruolo”

Venti ordinanze cautelari sono state eseguite in un’operazione dei carabinieri del comando provinciale di Caserta  nelle provincie di Caserta, Napoli, Avellino, Frosinone, Alessandria, Perugia e Pordenone.

Le misure sono state adottate su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli al termine di un’inchiesta sulle attività svolte dai clan camorristici “Bifone” e “Petruolo” per conto del clan “Belforte” di Marcianise che ha portato ad indagare complessivamente su 41 persone (tra cui Salvatore ed Antonio Amato, capiclan di Santa Maria Capua Vetere, e quello di Pietro Vaiano, imprenditore edile, ex vice sindaco con deleghe all’Urbanistica ed ai Lavori pubblici del Comune di Portico fino al 2013. Il nome del politico era già stato citato da un pentito del clan Belforte in un’altra ordinanza ed a seguito di questa vicenda si dimise a pochi mesi dalle elezioni amministrative di Portico).

I reati ipotizzati sono quelli di associazione per delinquere di stampo mafioso, tentativo di omicidio, incendio doloso, porto abusivo di armi, usura, estorsione e spaccio di sostanze stupefacenti, tutti commessi con l’aggravante del metodo mafioso.

Fra gli episodi al centro dell’inchiesta, ce ne sono due contro due sottufficiali dei carabinieri, avvenuti nei mesi scorsi quando i militari erano in servizio nella sezione di polizia giudiziaria della Procura di Santa Maria Capua Vetere ed alla stazione di Portico di Caserta.

L’indagine trae origine tra la fine del 2004 e l’inizio del 2005, periodo in cui si verificarono due atti intimidatori incendiari ai danni di Carabinieri che avevano lavorato a delicate indagini contro il clan Belforte, che avevano portato al sequestro di armi da guerra riconducibili al clan. I due militari, uno in servizio proprio presso la stazione di Portico e l’altro presso la sezione di Pg dell’Arma presso la Procura di Santa Maria Capua Vetere, erano stati protagonisti di indagini che avevano portato ad una clamorosa operazione anti­camorra. In particolare ad uno dei due militari fu devastata la casa e vennero bruciate le divise di ordinanza all’interno della stessa abitazione, all’altro fu incendiata l’automobile all’interno del suo garage.

L’attività, svolta dal 2006 ad oggi, ha portato all’arresto di 44 persone nel 2009 per traffico internazionale di droga ed alla cattura di 4 latitanti (Antonio Corvino, Nicola Russo, Kassoum Bamba, Antonio Bifone). Quest’ultimo il 25 ottobre 2005 si era sottratto alla cattura da parte degli agenti del commissariato di Polizia di Marcianise ingaggiando anche un conflitto a fuoco, prima di essere catturato nel bresciano mentre cercava di scappare in Germania.

Nel provvedimento cautelare il gip ha ritenuto la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza in ordine: alle illecite attività che il clan esercitava nel territorio di competenza, ossia le zone di Macerata Campania, Portico di Caserta e aree limitrofe, evidenziano come Bifone fosse il mandante dei due attentati ai carabinieri; alle individuazione delle attività estorsive ed usuraie ai danni di commercianti e imprenditori, in particolare sulla via Appia, realizzate attraverso intimidazioni come l’esplosione di colpi di pistola contro le vetrine dei locali commerciali; al traffico di sostane stupefacenti nelle piazze di spaccio di Caserta, Aversa, Santa Maria Capua Vetere e comuni limitrofi; al tentato omicidio mediante accoltellamento, avvenuto a Napoli il 4 ottobre 2010, di un imprenditore casertano responsabile di aver denunciato Antonio Bifone per usura, individuando Bifone come mandante e un commando del clan camorristico “Amato” di Santa Maria Capua Vetere, gemellato con i Bifone per legami di ‘parentela’, composta da Fatos Hasbajirami, Antonio Barraccano, Antonio Amato, Rostyslav Pachuk e Salvatore Amato.

Questi i nomi degli arrestati:

Amato Salvatore, 59enne di Santa Maria Capua Vetere, detenuto;

Bifone Antonio, 61enne di Macerata Campania, detenuto;

Bifone Alfredo, 47enne di Portico di Caserta, detenuto;

Cicala Giovanni, 44enne di Macerata Campania, detenuto;

Cortese Saverio, 52enne di San Nicola la Strada;

Dalizzo Giuseppe, 71enne di Marcianise;

Di Caprio Giuseppina, 47enne di San Prisco, moglie di Antonio Bifone;

Di Caprio Silvana, 37enne di San Prisco;

Di Monaco Francesco, 33enne di Santa Maria Capua Vetere, detenuto;

Di Vilio Antonio, 49enne di Santa Maria Capua Vetere;

Forgione Franca, 44enne di Casagiove;

Frisan Laura, 39enne di Caserta,detta “Pinocchio”;

Hasbajrami Fatos, 32enne albanese, detenuto;

Panchuk Rostyslav, 36enne ucraino;

Petronzi Gerardo, 44enne di Caserta, detenuto;

Petruolo Carmine, 41enne di Caserta;

Pisani Domenico, 51enne di Caserta, detto ‘Mimì o scellone’, detenuto;

Scafocchia Simonetta, 44enne di Maddaloni;

Tartaglione Gaetano, 37enne di Marcianise;

Vagliviello Modesto, 60enne di San Nicola la Strada.

Questi invece gli indagati:

Amato Antonio (di Carlo e Rosa Di Palma), 53 anni, San Prisco, detto ”cap ‘e bomba”;

Barracano Antonio, 32 anni di Santa Maria Capua Vetere;

Benenato Rosario, 60 anni di Caserta;

Buttone Bruno, 43 anni di Marcianise, collaboratore di giustizia;

Di Caprio Giovanni, 55 anni di San Prisco;

Di Grazia Paolo, 47 anni di Aversa, collaboratore di giustizia;

Di Grazia Riccardo, 38 anni di Aversa;

Froncillo Michele, 40 anni di Marcianise, collaboratore di giustizia;

Giorgio Salvatore, 33 anni di Santa Maria Capua Vetere;

Gravina Vincenzo, 35 anni di Portico;

Iodice Giovanni, 38 anni di Portico di Caserta;

Iuliano Salvatore, 41 anni di Macerata Campania;

Merone Antonio, 49 anni di Acerra;

Mezzacapo Ciro, 61 anni di Portico di Caserta, detto ‘fella e limon‘;

Negro Gaetano, 46 anni di Marcianise;

Nocera Pietro, 36 anni di Marcianise, collaboratore di giustizia;

Petruolo Filippo, 45 anni di Macerata, detto ‘il ragioniere’;

Piccolo Gaetano, 56 anni di Capodrise;

Pierro Eugenio, 48 anni di Acerra;

Tescione Salvatore, 36 anni di Portico di Caserta;

Vaiano Pietro, 56 anni di Portico, detto “Pierino”, ex vice sindaco.

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