“Dissi che non volevo assolutamente che risultasse che io avevo prestato quei soldi perché non era vero in quanto le somme me le dava il generale Emilio Spaziante”. E’ quanto ha affermato il tenente della Guardia di finanza Daniele Cassoni a proposito dell’acquisto di un appartamento a Roma: “Accompagnai Spaziante dal notaio per il rogito dove gli assegni gli vennero consegnati”.
L’ex comandante in seconda della Guardia di finanza, casertano, è stato accusato di corruzione per aver intascato 500 mila euro da Giovanni Mazzacurati per ammorbidire la verifica fiscale che era in corso al Consorzio Venezia Nuova.
Ha già patteggiato quattro anni di reclusione, è nel carcere militare di Santa Maria Capua Vetere, ma nuovi rilevanti particolari vengono a galla.
Le Fiamme Gialle, infatti, hanno accertato che, nel periodo compreso fra il gennaio 2005 e il 30 giugno 2013, Spaziante ha incassato 617 mila 780 euro come emolumenti dalla Guardia di finanza, altri 483 mila 164 euro nel breve periodo in cui è stato al Dipartimento dell’informazione per la sicurezza presso la Presidenza del consiglio dei ministri, altri 19 mila 108 euro per una consulenza fornita all’Agenzia delle Entrate.
“L’ammontare complessivo delle entrate del nucleo familiare del generale – scrive la Guardia di finanza veneziana – nel periodo di riferimento è stato di due milioni e 152 mila euro. Nello stesso arco temporale, invece le uscite sono state calcolate in 5 milioni 47 mila euro, ovvero in misura più che doppia rispetto alle entrate. Sussiste dunque una sproporzione evidentissima – si legge ancora nella nota dei finanzieri – tra entrate e uscite riconducibili a Spaziante, il quale per altro dispone di ingentissime somme in denaro contante, pari ad almeno in milione e mezzo di euro”.
Per quanto riguarda poi gli immobili di sua proprietà, i finanzieri hanno accertato che familiari, ufficiali e sottufficiali della Guardia di finanza si sarebbero prestati, su richiesta di Spaziante, a disporre i pagamenti dei beni acquistati utilizzando a tal fine denaro contante che lo stesso generale forniva loro in modo da schermare la provenienza dei soldi.
“I beni immobili acquistati dalla famiglia Spaziante possono dunque essere considerati tutti riferibili al generale e solo fittiziamente intestati ai familiari – conclude il giudice milanese Chiara Valori che ha firmato il provvedimento di sequestro preventivo – ed è evidente che si tratta di beni di valore del tutto sproporzionato rispetto ai redditi leciti dichiarati da Spaziante, le cui entrate non sarebbero mai state sufficienti a coprire i relativi costi, anche tenendo conto dell’elevato tenore di vita che tutta la famiglia teneva (risulta la disponibilità di imbarcazioni, cavalli, auto e moto di lusso). Emerge un differenziale tra entrate e uscite ammontante a circa 4 milioni di euro, dovendosi ritenere che il denaro servito per gli acquisti sia di provenienza del tutto ingiustificata”