Una Ztl che non trova pace, tormentata ed ‘incriminata’ dai commercianti del centro storico di Caserta.
Una Ztl messa, dismessa e poi rimessa, reputata dai negozianti casertani il ‘mostro nero’ di una crisi spietata che sta mettendo in ginocchio le attività commerciali.
Una Ztl «ingannevole» come si legge dai manifesti affissi alle vetrine di qualche negozio in centro, tanto da far gridare alla «vergogna».
Si contestano gli orari e le modalità, i varchi attivi che, secondo il parere degli esercenti, sono utili soltanto «a riempire le casse del Comune e a svuotare le tasche dei cittadini inconsapevoli delle modifiche apportate 12 volte in 18 mesi (con tanto di sottolineatura, ndr)».
Ma la Ztl questa volta non è l’unico attentatore al commercio in centro: è lo stesso centro storico ad essere il problema del problema.
Un centro storico subordinato e vittima di una «cattiva gestione da parte di una città sempre più arida di idee e di iniziative propositive ad attrarre gente». Un centro storico «disabitato». Un paradosso se si pensa ai tanti uffici pubblici che, dislocati, rendono Caserta una città vuota.
E’ allarme su corso Trieste e nelle principali arterie del centro, si grida alla vergogna e si condanna la politica distratta dallo stato di crisi in cui riversano i negozi e gli esercizi commerciali. Si mette sotto accusa la mancanza di idee, di proposte, di sinergie e chi lo fa dovrebbe essere il primo a mettersi a capo di questa operazione ‘salvataggio’. Perché se è vero che la crisi, aggiunta agli ‘atti di accusa’ portati avanti dai commercianti (Ztl e mancanza di attrazioni), attanaglia il commercio casertano, è altrettanto certo che il ‘mea culpa’ dovrebbe partire da quegli stessi operatori commerciali che gridano alla vergogna, ma che, nell contempo, si sottraggono alle opportunità che la città offre.
Il riferimento non può che essere immediato: nelle giornate di Pasqua e Pasquetta la Reggia resterà aperta, ma a quanto pare, ancora una volta, rischierà di affermarsi come una realtà a sé stante considerate le possibili intenzioni degli operatori commerciali, lì a pochi passi dal monumento vanvitelliano, di chiudere i propri negozi. E così, mentre si grida all’assenteismo, si potrebbe non rispondere all’appello che la città lancia nelle giornate in cui l’affluenza di visitatori potrebbe essere una convenienza da sfruttare.
Ma tanto la colpa è “sempre” della Ztl.
(Pina Monteforte)