“Il disegno di legge, già approvato dal Senato, di conversione, con modificazioni, del decreto-legge 31 marzo 2014, n. 52, recante “Disposizioni urgenti in materia di superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari”, sancisce in maniera definitiva la proroga della chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari entro il 31 marzo 2015, in favore delle nuove Rems.
Ciò premesso, la Cisl FP seppur in ritardo rispetto ai tempi in questione, fa appello al commissario straordinario Gaetano Tanzi chiedendogli di convocare da subito una riunione con il Direttore del dipartimento della Salute Mentale, Carizzone Luigi e il direttore della Sanità Penitenziaria di Caserta Giovanni Nese, per discutere non solo dell’organizzazione del lavoro e quindi della mobilità del personale, ma della ancor più delicata situazione per ciò che concerne i trasferimenti dei pazienti che, come si sa, devono essere traslocati presso le strutture residenziali intermedie, altrimenti dette R.E.M.SS.
Intanto i lavoratori, gli infermieri sono in grande preoccupazione soprattutto relativamente alla questione sicurezza, il percorso riabilitativo infatti deve essere affrontato con quanta più accuratezza è possibile, considerata l’estrema delicatezza delle condizioni dei pazienti in questione.
Al momento però le due Remss accreditate sono quelle di Mondragone e Roccaromana, due località abbastanza lontane dai centri maggiormente preparati e che non sono adeguatamente attrezzate, con pochi mezzi e poche risorse di polizia.
Ove mai gli operatori sanitari, gli infermieri avessero infatti bisogno di aiuti e sostegni si troveranno lontani dai centri e dalle caserme.
Vanno sicuramente aiutati i pazienti – commenta Nicola Cristiani, segretario provinciale – ma non bisogna trascurare la sicurezza dei lavoratori, vogliamo essere tutelati affinché possano essere evitati problemi di maggiore entità. E’ importante sottolineare che ottemperando la legge in fretta e furia si possono fare errori che invece possono e devono essere assolutamente evitati. Gli investimenti e le risorse economiche per attuare le giuste scelte ci sono. Cerchiamo di non lanciarci in una corsa al paziente, in un percorso improvvisato che penalizza il paziente i lavoratori, e la struttura sanitaria stessa.
E’ il caso anche di ricordare che in situazione analoghe, nel nord del paese, le strutture che dovevano essere chiuse sono invece state riconvertite esse stesse in Residenze Riabilitative, utilizzando spazi verdi esterni e riadattandoli, con una migliore ricollocazione degli ammalati e dei lavoratori stessi”.
(Comunicato Stampa)