815 persone che rischiano di restare senza lavoro!
Questo riserva amaramente il prossimo futuro dopo l’annuncio della Whirpool di chiudere lo stabilimento di Carinaro.
Dopo una notte passata a presidiare lo stabilimento, nella mattinata di ieri circa 400 addetti dello stabilimento casertano hanno deciso di bloccare il deposito merci della fabbrica e si sono poi diretti sull’asse mediano Giugliano-Marcianise, la superstrada che fiancheggia l’insediamento idustriale, per bloccare il traffico veicolare, creando grandi disagi per la circolazione. Dopo 4 ore i lavoratori hanno sospeso il blocco sulla superstrada, ma la situazione rimane incandescente.
Dai sindacati fanno sapere che la mobilitazione “sarà permanente se non ci sarà una rivisitazione del piano industriale“.
“Chiediamo che venga ritirato e modificato il piano industriale della Whirpool – ha dichiarato Massimiliano Guglielmo della Fiom – e che l’impianto di Carinaro non venga chiuso. I cinquecento milioni di euro che l’azienda vuole investire devono essere portati anche in Campania ed a Caserta“. Lo stesso Guglielmo ha lanciato poi una stoccata anche al Governo: “Non capiamo cosa aspetta ad intervenire in questa situazione così grave dove tante persone rischiano il posto di lavoro. Chiudere lo stabilimento dell’Indesit significherebbe la mazzata finale all’industria caserta che già sta soffrendo a causa di tante altre realtà che denunciano esuberi“.
E non sono ovviamente mancate le reazioni anche da parte dei vertici sindacali nazionali. “Le dichiarazioni del gruppo Whirlpool sull’occupazione sono gravissime – ha affermato il segretario nazionale della Cgil Susanna Camusso – e anche per la totale distanza delle dichiarazioni del governo al momento dell’acquisizione di Indesit, e ho visto che anche il ministro per lo Sviluppo economico ha reagito pesantemente. Forse è giunta l’ora che il governo si renda conto che la delega alle imprese della politica di sviluppo non porta da nessuna parte, ma solo problemi di occupazione e di ruolo industriale del nostro Paese“.
Il segretario generale Uil Carmelo Barbagallo chiede:“Il governo deve intervenire subito affinchè siano garantiti i lavoratori e i siti produttivi di Whirpool, ex Indesit” e ricorda che “Il Presidente del Consiglio Renzi aveva parlato, a suo tempo, di un’operazione fantastica“.
Nel pomeriggio a Palazzo Santa Lucia a Napoli il presidente della Regione Campania Stefano Caldoro ha incontrato sindacati e RSU. Le parti hanno condiviso la posizione da assumere sottolineando che quanto deciso dall’azienda “contraddice l’accordo sottoscritto a dicembre 2013 in sede governativa con la regione campania, le organizzazioni sindacali ed indesit, e che oggi la nuova azienda whirpoool-indesit rinnega“. Di qui la richiesta di respingere con fermezza “la decisione dei vertici aziendali sulla chiusura dello stabilimento casertano” e la contestuale richiesta al governo “di manifestare in modo chiaro la volontà di sostenere l’azienda ed i sistemi produttivi della campania“.
Sulla triste ed incredibile vicenda sono intervenuti anche i vertici della Chiesa locale. Il primo a far sentire la sua voce è stato monsignor Giovanni D’Alise, vescovo di Caserta: “Sono costernato per il fatto che ancora una volta si continui a desertificare questa nostra terra. Chiedo alle personalità politiche che hanno le loro radici nel territorio di Caserta e nell’intera Campania e che possono muovere anche coloro che stanno al governo, di rendersi conto che non è possibile chiudere una fabbrica senza lasciare la porta aperta a una nuova speranza. Qui si tratta di famiglie monoreddito e di chi è attivo nelle imprese collaterali. Non voglio fare guerre tra poveri, ma il rinforzare le industrie al Nord indebolendo sempre il Sud lascia l’amaro in bocca”.
“La nostra è una zona – ha concluso monsignor D’Alise – dove la criminalità organizzata è ben presente e dunque, creando nuove povertà, si rischia di procurare nuova manovalanza alla camorra. Quando viene meno uno stipendio in una famiglia che campa solo di quello, è un vero disastro umano e sociale e ci può essere la tentazione virtuale di trovare risposte sbagliate alla crisi. Faccio dunque un duplice appello: ai politici per restituire speranza a questi lavoratori e agli operai per non cadere in facili ed effimeri richiami criminali, che finirebbero per rovinare la loro stessa vita“.