I metalmeccanici di Caserta si sono fermati per otto ore di sciopero generale per scongiurare la chiusura dello stabilimento Whirlpool di Carinaro ed hanno contemporaneamente annunciato lo sciopero di tutto il gruppo per il prossimo 12 giugno con manifestazione a Varese.
I lavoratori di Carinaro, con quelli dell’indotto e delle aziende metalmeccaniche casertane (oltre tremila, secondo Cgil, Cisl e Uil), hanno invaso le strade di Caserta. Al corteo erano presenti anche i dipendenti di fabbriche di altre province – la Fca e la Avio di Pomigliano, la Alenia di Capodichino, la Jabil, la Firema – e gli ex addetti di aziende ormai chiuse come la Morteo di Sessa Aurunca, l‘Ixfin e la Finmek.
Dal corteo, slogan contro Confindustria, Whirlpool e il Pd; qualcuno ha portato le croci con scritte le date di assunzione e quella del 16 aprile, giorno in cui è cominciata la vertenza.
Dal palco, toni duri per il Governo. “Chi non sta con i lavoratori, sta con i camorristi; Renzi scelga da che parte stare“, ha ribadito il segretario nazionale della Fim-Cisl Marco Bentivogli che, durante il comizio a Caserta al termine del corteo contro la “desertificazione industriale” della provincia e il piano di esuberi annunciato da Whirlpool, ha chiamato in causa il presidente del Consiglio. “È a Salerno per la campagna elettorale: dico che un salto a portare il sostegno ai lavoratori di Caserta sarebbe stato un bel gesto. Bisogna scegliere da che parte stare”.
Anna Rea, segretario della Uil Campania, ha affermato che “Renzi i problemi li deve risolvere e non può affermare che Carinaro era già spacciata perché altrimenti dovremmo pensare che sapeva già tutto quando la Whirlpool acquisì gli stabilimenti Indesit“.
Per Gianni Venturi, della segreteria nazionale della Fiom-Cgil, “è necessario imprimere una svolta alla vertenza, ma in ogni caso il piano della Whirlpool deve garantire stabilità occupazionale a tutti i lavoratori del gruppo senza prevedere chiusure a Nord e Sud“.
Il segretario della Cgil Campania Franco Tavella parla di “beffa da evitare” in relazione alla chiusura di Carinaro mentre Giovanni Sgambati, segretario di Uilm Campania, dice che “oltre alle forze dell’ordine e alla Chiesa, l’unico presidio di legalità nel Casertano sono rimaste proprio le poche fabbriche ancora aperte“.
In contemporanea con la manifestazione casertana, una delegazione di lavoratori e sindacalisti ha incontrato a Salerno Renzi che ha affermato “La Whirlpool di Carinaro non è solo il tema di un’azienda: se arriva la desertificazione industriale di un territorio, lo Stato si arrende“.
Subito dopo è stata la volta del ministro del lavoro Giuliano Poletti: “la posizione deve essere questa: tu, Whirlpool, devi rimetterti in tasca quel piano, dichiarare la disponibilità a trattare e io vengo anche questa notte stessa”. Poletti ha poi ribadito che “il punto di partenza è l’accordo siglato a suo tempo con la Indesit da impresa, istituzioni, governo. Chi ha comprato Indesit sapeva che c’era quell’accordo. Whirlpool può dire ho un’idea di piano, ve la presento, ho questo o quel problema, ma non può ‘sbaraccare’ stabilimenti e lavoratori”. Secondo il ministro la multinazionale americana deve dichiarare “la propria disponibilità a modificare il piano industriale. Ci deve essere una posizione forte del governo nei confronti dell’impresa”.
Un piano sul quale – hanno riferito i sindacalisti presenti all’incontro insieme al sindaco di Carinaro, Marianna Dell’Aprovitola con Renzi a Salerno – il premier vuole fare luce fino in fondo: chiederà alla Whirlpool di “mettere le carte in tavola“, cosa che l’azienda non ha ancora fatto. “Si è impegnato con noi sul mantenimento della missione produttiva del sito di Carinaro. Se non sarà possibile mantenere la presenza della Whirlpool, Renzi ci ha assicurato che si tenterà un’altra produzione industriale per Carinaro, ma non si costruiranno supermercati“.
Sarà, ma nel frattempo “E’ ora di dire basta! Caserta – fanno sapere i sindacati – non può diventare un deserto industriale ed occupazionale. Occorre unificare tutte le vertenze aperte in una grande vertenza territoriale verso il Governo e la Regione. Bisogna – aggiungono – invertire la tendenza e richiedere strumenti concreti ed attenzione da parte delle istituzioni e della politica sui temi dello sviluppo e dell’innovazione per dare risposta alle istanze del settore industriale e del territorio“.