Dopo le elezioni regionali tenutesi lo scorso 31 maggio, l’unica Regione d’Italia a non avere ancora un Presidente insediatosi regolarmente è la Campania.
E questo è un dato di fatto, incontrovertibile ed incontestabile, al di là di ogni opinione politica, appartenenza partitica, pensiero giuridico o quanto altro. Al di là cioè di ogni chiacchiera! Un altro primato di cui avremmo in verità fatto volentieri a meno!
La vittoria elettorale di Vincenzo De Luca ha prodotto pertanto uno “stallo amministrativo” in cui versa una Regione che ha disperato ed urgente bisogno di essere amministrata, possibilmente “bene”!
Era prevedibile, prima dell’esito delle elezioni, che ciò potesse verificarsi?
Certo che sì, anche se i diretti interessati – De Luca e Matteo Renzi, in primis – hanno sempre bollato tale verità con “sciocchezze!”, facendo spallucce.
Siamo lieti di apprendere dallo stesso De Luca che “non c’è e non ci sarà mai nessun vuoto di potere. Come è ben noto, io sono già al lavoro dal giorno del voto per risolvere i problemi della Campania”, anche se essere al lavoro per la Campania da casa propria non è affatto la stessa cosa che esserlo da via Santa Lucia.
Perché il problema c’è ed è la sospensione per effetto della legge Severino in seguito alla condanna in primo grado di De Luca per abuso d’ufficio. Uno stop che, se dovesse arrivare prima della nomina della giunta e del vicepresidente, determinerebbe un inevitabile ritorno alle urne.
Ammesso che sia risolvibile scongiurando il ritorno alle urne, come si risolve questo empasse?
In attesa che il ministro Graziano Del Rio, vera e propria “eminenza grigia” di Palazzo Chigi – il “Rasputin” insomma di Renzi -, riesca a tirare fuori “un coniglio dal cilindro”, tutto sta (…almeno questo è il parere governativo dei “vertici romani”) nelle mani dei giudici e della vicenda “de Magistris” (altra situazione di stallo, relativa al capoluogo regionale, consequenziale all’applicazione delle norme contenute nella Legge Severino).
Tutto è subordinato cioè al verdetto del giudice ordinario sulla sospensione del sindaco di Napoli Luigi de Magistris: se il giudizio fosse favorevole, ovvero se scattasse la sospensiva della sospensione, De Luca verrebbe a sua volta sospeso immediatamente, presenterebbe ricorso al giudice ordinario, verrebbe riammesso probabilmente nel giro di poche ore (perché ci sarebbe il precedente!) e, a quel punto, nominerebbe senza impedimenti la giunta ed il vicepresidente.
In caso invece di ennesimo stop al sindaco di Napoli, De Luca sarebbe allora costretto a nominare la giunta con il vice prima della sospensione con il rischio però che, per effetto degli scontati ricorsi, scatti la retroattività e quindi l’atto di nomina sia nullo.
Chest’è!
Ed intanto i giorni passano inesorabilmente con De Luca che, invece di lavorare per la Campania, si diletta nel frattempo a prendersela con “l’universo mondo”, con tutti coloro cioè che si azzardano minimamente non ad obiettare, ma persino a domandare qualcosina in merito.
E siccome anche noi facciamo parte della categoria dei giornalisti – quelli che, secondo De Luca, diffondono una quantità sconvolgente di imbecillità e raccontano fesserie a iosa senza fare alcuno sforzo di leggere e di informarsi – ci permettiamo con estrema modestia di invitare lo “sceriffo salernitano” a non arrabbiarsi ed a stare sereno, come ebbe a dire illo tempore il segretario del Pd Renzi al premier Enrico Letta.
“Aspettiamo – ha affermato De Luca – la proclamazione dei consiglieri regionali! A quel punto diventeremo tutti operativi e rapidamente formerò la giunta regionale che sarà snella, qualificata e pronta a risolvere i problemi della Campania”.
Rapidamente? Sarà, ma noi ignoranti comunicatori, sperando di non urtare la sua suscettibilità, mentre aspettiamo “ci mettiamo comodi”.
Nell’attesa, sfogliamo il comunicato ufficiale della Federazione Nazionale della Stampa (FNSI) che chiosa “lei usa frasi altamente offensive nei confronti dei colleghi che ogni giorno sono costretti a registrare le sue intemerate. L’uso di termini da trivio non sono consentiti al presidente della Regione Campania che si qualifica, così, da solo. Il Sindacato unitario dei giornalisti della Campania, la invita pertanto a un uso corretto e responsabile del linguaggio, in attesa che dia corso agli impegni presi in campagna elettorale. Ora si misurerà la sua caratura politica: uomo di parola o solo di male parole”.