Caserta

La Nicolò annulla tutti i permessi per l’uso privato di locali siti nelle scuole comunali

La commissaria prefettizia Maria Grazia Nicolò si è già messa alacremente al lavoro e, “senza guardare in faccia a nessuno”, nel pieno rispetto delle leggi.

Molti infatti dimenticano – alcuni lo fanno “di proposito”… – che il Comune di Caserta è un ente dissestato e pertanto soggetto a particolare controllo. Dimenticando altresì che non si può lucrare a livello privato su beni di pubblica proprietà, senza poi che lo stesso Comune ne guadagni alcunché. E, al danno, anche la beffa in quanto l’ente pubblico deve persino continuare ad accollarsi le spese di gestione… Tanto, “paga Pantalone”…

In quest’ottica, la Nicolò ha disposto quanto segue:

A seguito delle richieste di chiarimenti pervenute in questi giorni, l’Amministrazione comunale precisa che a partire dal 1 luglio 2015 tutte le autorizzazioni rilasciate per l’uso di locali all’interno delle scuole comunali, comprese le palestre, devono ritenersi prive di effetto. Il provvedimento si è reso necessario per problemi inerenti alla condizione di dissesto finanziario dell’ente ed in relazione ai rilievi mossi dall’Organo di Revisione, nella relazione di accompagnamento al rendiconto di gestione del 2014.

Da una prima ricognizione effettuata dall’Ufficio Pubblica Istruzione è, peraltro, emerso che l’utilizzo dei suddetti locali è spesso destinato ad attività con scopo di lucro, senza redditività per il Comune.

Pertanto, attraverso una nota inviata ai dirigenti scolastici, tutte le associazioni o comunque i soggetti già autorizzati ad utilizzare strutture di pertinenza e proprietà comunale sono stati invitati a rilasciare e non utilizzare più le stesse fino a nuove, eventuali autorizzazioni, che saranno emanate nel rispetto della vigente normativa regolamentare del Comune e su parere dei Consigli d’Istituto.

Nella stessa nota si evidenzia che il rilascio di autorizzazioni o concessioni è di competenza esclusiva del dirigente del Comune di Caserta”.

In altre parole: Signore e Signori, “la pacchia” è finita!

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