Personale del Nucleo Investigativo Provinciale di Polizia Ambientale e Forestale (NIPAF) e della Stazione del Corpo forestale dello Stato di Caserta hanno dato esecuzione all’ordinanza cautelare (arresti domiciliari) emessa, su richiesta di questa Procura della Repubblica, dal GIP presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere su richiesta del nostro Ufficio, nei confronti di un cittadino residente nella provincia di Caserta, gravemente indiziato di avere, in data 10 agosto 2015, cagionato un incendio boschivo di natura dolosa sul Monte Tifata, nella località “Gradilli” .
L’incendio, di estese proporzioni, ha interessato il bosco soprastante la Strada Provinciale di proprietà demaniale del Comune, per una superficie di circa 2,5 ettari.
Le indagini che hanno portato all’applicazione della misura cautelare sono state svolte dal Corpo forestale dello Stato, coordinato dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, grazie all’utilizzo di moderne tecnologie di video-sorveglianza, nonché di sofisticate tecniche investigative specificamente finalizzate alla prevenzione e repressione degli incendi boschivi, atte, in particolare, ad individuare il punto d’innesco dell’incendio e i mezzi utilizzati per appiccare il fuoco.
Sulla scorta dell’analisi storica degli eventi incendiari avvenuti nella provincia, i forestali avevano già da qualche tempo concentrato l’attività investigativa sui tenitori maggiormente a rischio del casertano, e, quindi, predisposto appositi servizi di osservazione, pedinamento e controllo, svolti insieme con dispositivi di “cattura immagini foto-video“, azionati all’occorrenza da sensori di movimento e termici, per la raccolta di informazioni e dati utili alla lotta agli incendiari.
In particolare, il 10 agosto i dispositivi di “cattura immagine” hanno registrato, in maniera incontrovertibile, le immagini di del responsabile, e di un passeggero a fianco del guidatore, che, disceso da un’auto, si è recato sul retro di un deposito attrezzi dell’ANAS per collocare un ordigno incendiario ad accensione ritardata nella folta vegetazione erbacea secca.
Nei medesimi istanti, il guidatore dell’auto per giustificare la sosta dell’autovettura in un tratto di curva pericoloso per la viabilità, ha aperto il cofano simulando un controllo al motore dell’autovettura. L’azione degli incendiari è risultata precisamente coordinata e pianificata, tanto da durare solo quaranta secondi circa in totale.
L’incendio, che ha interessato una superficie complessiva di circa 25.000 mq., è stato domato grazie all’intervento delle squadre antincendio della Regione Campania, della Comunità Montana “Monte Maggiore” e della SMA Campania.
Il danno all’ambiente e al soprassuolo forestale ivi radicato (costituito da formazioni arbustive di macchia mediterranea ed arboree di specie quercine, leccio e roverella) è stato grave ed esteso.
Le riprese fotografiche raccolte dall’apparecchio di foto-trappolaggio hanno permesso di identificare compiutamente l’autore, un allevatore di un gregge ovino costituito da circa 150 capi, che lo stesso è solito far pascolare sulla collina del “Monte Tifata” nelle “Vaccheria” e “Gradilli” di Caserta.
Gli investigatori hanno ipotizzato che gli indagati abbiano agito con lo specifico intento di utilizzare il fuoco per rinnovare il “cotico” erboso allo stato seccaginoso e fertilizzare così, con le ceneri prodotte dalla combustione, il suolo delle aree interessato dal pascolo del gregge. Invero, l’azione del fuoco consentirebbe, in teoria, di anticipare notevolmente la rinnovazione del pascolo da somministrare al gregge. Accelerazione della ricrescita che si concretizza, per i terreni percorsi dal fuoco, già pochi giorni dopo le prime piogge.