Provincia di Caserta

Nel 2015 a Caserta e provincia previsti 1440 posti di lavoro in meno!

Mentre il Premier Renzi non perde occasione per magnificare i presunti effetti positivi sull’occupazione del “suo“ Jobs Act, la realtà dei fatti lo contraddice in modo evidente  …ed anche imbarazzante, considerato che, a smentirlo palesemente, sono i dati diffusi dai suoi stessi ministeri.

L’ultimo rapporto realizzato con il sistema informativo Excelsior da Unioncamere (organismo rappresentativo di tutte le Camere di Commercio d’Italia) e dal Ministero del Lavoro evidenzia infatti cosa sta succedendo nell’anno in corso nei rapporti di lavoro delle imprese: in pratica sono stati analizzati i programmi delle aziende su assunzioni e licenziamenti.

Ed in provincia di Caserta, già di per sé disastrata a livello occupazionale, il quadro che ne viene fuori è deprimente: invece di un auspicabile aumento, alla fine del 2015 si dovrà contare la perdita di ben 1440 posti di lavoro, pari alla differenza tra nuovi assunti (6.420 entro la fine dell’anno) e i licenziamenti (7.860 lavoratori).

In particolare “…in provincia di Caserta – è testualmente scritto nel rapporto 2015 – la variazione occupazionale prevista per l’anno in corso è di segno negativo, pari a – 1.270 unità (contro -1.320 lo scorso anno). Questa riduzione occupazionale è dovuta ai contratti di lavoro dipendente (sia “stabili” che a termine), il cui saldo negativo dovrebbe attestarsi a -1.440 unità; viceversa i contratti atipici attivati dovrebbero, nell’insieme, superare quelli in scadenza (+170 unità il saldo previsto). A livello settoriale, la perdita di “posti di lavoro” attesa in provincia si concentra maggiormente nell’industria (-1.190 unità) rispetto ai servizi (-80). Il trend negativo dell’industria è dovuto prevalentemente alle costruzioni e alle industrie metalmeccaniche; tra i servizi è prevista in aumento l’occupazione nel commercio e nel turismoristorazione, mentre restano negativi trasporti e logistica, servizi operativi e sanità-assistenza sociale”.

E se qualcuno dovesse pensare che il nostro territorio rappresenti un’eccezione negativa rispetto al resto del Bel Paese, è lo stesso rapporto che toglie ogni illusione laddove si afferma che “…nel 2015 le imprese con dipendenti che operano in Italia prevedono di attivare 910.300 contratti di lavoro, il 15% in più rispetto a quanto previsto nel 2014. A fronte di queste “entrate”, le stesse imprese prevedono quasi 971.000 “uscite” (per dimissioni, pensionamenti o contratti in scadenza di cui non è previsto il rinnovo), vale a dire il 4% in più rispetto al 2014. Nonostante sia previsto un aumento delle entrate più sostenuto rispetto a quello delle uscite, il “saldo” occupazionale atteso resta quindi ancora negativo e di poco superiore a -60.000 unità, mostrando comunque un deciso miglioramento rispetto alle -144.000 del 2014.”

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