E’ bastato un furgoncino della Ecocar Ambiente, la società che gestisce il servizio di igiene urbana a Caserta, ad abbattere completamente l’arco di via della Pineta nel borgo medioevale di Casertavecchia.
Di origine longobarda, l’arco ha già subito la stessa triste sorte cinque anni fa quando fu abbattuto da un camioncino. Ed allora le proteste popolari che ne susseguirono, ne determinarono per fortuna il ripristino (che in verità non fu proprio eseguito “a regola d’arte”!).
Adesso l’autore dell’abbattimento è stato svelato dalla stessa Ecocar che ha diffuso una nota:
“Ieri mattina, durante lo svolgimento delle attività di igiene urbana in Casertavecchia, un nostro dipendente è incappato in un incidente provocando il danneggiamento (NdR: ….più che danneggiamento, è stato in verità un completo abbattimento…) dell’arco in via della Pineta. Siamo rammaricati e ci scusiamo per l’accaduto nonostante tutte le precauzioni adottate. Non ci sono state conseguenze, e questo ci rasserena, né per i passanti né per gli operatori stessi. Ma rassicuriamo che ci siamo già attivati per il ripristino dello stato dei luoghi nel più breve tempo possibile“.
Fin qui il comunicato!
Il problema non è tanto il dipendente della ditta ed un incidente che è capitato (…ma che non dovrebbe affatto capitare!), ma è invece chi è il dirigente responsabile (..in questo specifico caso, sarebbe meglio scrivere irresponsabile…) della Ecocar Ambiente che invia un dipendente a svolgere attività di servizio con un mezzo meccanico assolutamente inadatto alla particolarità del luogo e che, come tale, è facilmente prevedibile che possa produrre – …come è infatti capitato! – danni al patrimonio storico-artistico della città…
Forse sarebbe meglio spiegare a chi non lo sa che, dal 1960, l’insediamento di Casertavecchia è stato inserito nella lista dei monumenti nazionali italiani e sottoposto a vincolo paesaggistico. Pertanto tutte le attività in esso svolte devono essere fatte con particolare accortezza e rispetto dei luoghi.
E forse bisognerebbe intensificare il rispetto del divieto di circolazione non tanto per le auto dei residenti (e/o dei lavoratori occasionali), quanto invece per tutti i mezzi a quattro ruote le cui dimensioni (…già ad “occhio nudo”...) sono di gran lunga superiori a quelle consentite.
Insomma, è così difficile trasmettere almeno qualche “traccia” di una coscienza civica?