Antonello Nevola e Mario Arceri a “Cestisticamente Parlando” di Radio PrimaRete Caserta da ora anche in podcast.
Decimo appuntamento stagionale con “Cestisticamente Parlando”, il rotocalco settimanale di Radio Prima Rete condotto da Francesco Gazzillo, Rosario Pascarella, Sante Roperto e Eugenio Simioli (con regia di Imma Tedesco) in onda dalle ore 19.35 alle ore 20.55 sui 95 Mhz F.M., in streaming su www.radioprimarete.it (in replica ogni giovedì alle 0.05) oppure in podcast sul canale Youtube “Cestisticamente Parlando” e sulla pagina FB Cestisticamente Parlando – Radioprimarete.
Antonello Nevola:
Qual è la tua considerazione sugli ultimi eventi inerenti la società JuveCaserta?
Innanzitutto ricordiamo che la JuveCaserta è una società di Serie A, che lavora con professionalità e vi assicuro che ognuno all’interno del club lavora con il massimo impegno per il bene della società.
La situazione Amoroso: cosa è successo e, soprattutto, poteva essere gestita in modo diversa?
Io credo che la società non poteva fare in maniera diversa da come ha fatto. Amoroso non ha rescisso per problemi di stipendio, né perché ha litigato con l’allenatore, ma esclusivamente per problemi personali.
Siete stati anche criticati per il cambio di modulo dal 5+5 al 3+4+5 interpretato come indecisione…Novità sul mercato JuveCaserta?
La scelta del 5+5 è stata dettata dal fatto che c’erano nel roster giocatori italiani di livello su cui è stata costruita la squadra. Nel momento in cui manca un italiano importante come Amoroso, è quasi d’obbligo passare al 3+4+5. Ovviamente non è facile trovare un accordo con un giocatore valido a novembre ed escludo un innesto già per la partita contro Venezia.
Riguardo El Amin, il suo arrivo è stato pensato per essere il cambio di Cinciarini, ma non possiamo negare che da lui ci saremmo aspettati di più.
Ci spieghi la querelle-Ivanov con le dichiarazioni dei suoi procuratori che sono apparse contrastanti?
Innanzitutto chiariamo che Ivanov è un giocatore che ci interessa molto, ma non è l’unico. Attualmente è sotto contratto con un’altra società. Ribadisco che la JuveCaserta non ha nessun problema di natura economica con Ivanov inerente alla scorsa annata e lo stesso agente europeo non ha specificato quale tipo di problema ci sia. Comunque, indipendentemente dal suo ingaggio, il giocatore che inseriremo sarà un 4-5 in grado di aprire l’area.
Per l’altro spot di 2?
Al m omento la priorità è l’inserimento di un 4/5 per tappare la falla aperta dall’addio di Amoroso. Per quanto riguarda la guardia, decideremo successivamente; ovviamente questa scelta viene in secondo piano rispetto al lungo, ma mi sento di dire che sarà un innesto che difficilmente stravolgerà le nostre gerarchie interne.
Domenica difficile per Bobby Jones…
Bobby è un giocatore di cuore, per lui il basket non è solo business, quindi è normale sentire la fiducia dell’ambiente è, per lui, abbastanza importante per la prestazione settimanale. Credo che la partita di domenica contro Cantù sia stato solo un incidente di percorso.
Mario Arceri:
In 8 punti ci sono tutte le 16 squadre di questo campionato di Serie A…?
Assolutamente si, e sottolineiamo anche che ogni domenica c’è una sorpresa. Ad esempio, vedere Bologna all’ultimo posto in classifica in questo momento fa rabbrividire.
Pensi che questo equilibrio si modificherà col prosieguo della stagione?
Credo che la quota salvezza rimarrà sui 20 punti, anche se penso che in questo momento la stagione sia poco decifrabile. Ritengo inoltre che poter cambiare gli stranieri continuamente e con tanta facilità possa falsare un po’ l’andamento del campionato.
Negli ultimi tempi molti presidenti stanno diventando più “interventisti”, come nel caso dell’esonero di Sacchetti a Sassari…
Se il presidente Sardara ha preso questa decisione, ha avuto i suoi motivi. Credo che, se la separazione fosse avvenuta a giugno, si sarebbero lasciati da vincenti. Ma penso che questo interventismo dei presidenti stia facendo saltare il rispetto dei ruoli. Io che ho i capelli bianchi ricordo che una volta i presidenti facevano i presidenti, i GM costruivano le squadre e gli allenatori lavoravano in campo e venivano valutati dopo due/tre stagioni e non, come avviene oggi, dopo tre/quattro partite.
In che modo è cambiato nell’era dei social network il ruolo del giornalista?
L’elemento positivo dato dalle nuove tecnologie è sicuramente l’immediatezza dell’informazione. Ciò può, però, diventare anche un limite, perché si tende a trascurare l’approfondimento della notizia. Adesso con un semplice tweet ognuno può dare notizie anche su cose e situazi9oni particolarmente drammatiche come quelle che stiamo vivendo e un’informazione sbagliata può creare problemi. Il limite principale dei social network, in questo momento, è quello della responsabilità: in una testata giornalistica c’è un direttore responsabile che risponde di ciò che viene pubblicato a differenza di ciò che accade, talvolta, sui social.