La Società di Storia Patria di Terra di Lavoro inaugura il proprio programma di iniziative per il terzo centenario della nascita di Carlo di Borbone con il convegno fissato per il 20 gennaio alle ore 17.30, nel salone degli specchi del Circolo Nazionale di Caserta, cui ha organizzato l’evento in sinergia di progettualità e risorse.
Al saluto del Presidente del Circolo, Generale Antimo Ronzo, seguirà l’intervento del Presidente della società di Storia Patria Avv. Alberto Zaza d’Aulisio il quale parlerà di Carlo di Borbone, ideatore della Caserta nuova e del suo ruolo di monarca illuminato.
“La storica ricerca – dichiara il Presidente Zaza d’Aulisio – costituirà un momento di riflessione culturale nel corso di un intero anno nell’auspicabile coordinamento di attività per evitare sovrapposizioni dispersive”.
Carlo Sebastiano di Borbone (Carlos Sebastián de Borbón y Farnesio; Madrid, 20 gennaio 1716 – Madrid, 14 dicembre 1788) fu duca di Parma e Piacenza con il nome di Carlo I dal 1731 al 1735, re di Napoli e Sicilia senza numerazioni (era Carlo VII di Napoli, secondo l’investitura papale, ma non usò mai tale ordinale. Era invece Carlo III come re di Sicilia) dal 1735 al 1759, e da quest’anno fino alla morte re di Spagna con il nome di Carlo III (Carlos III).
Primogenito delle seconde nozze di Filippo V di Spagna con Elisabetta Farnese, era durante l’infanzia solo terzo nella linea di successione al trono spagnolo, cosicché sua madre si adoperò per dargli una corona in Italia rivendicando l’eredità dei Farnese e dei Medici, due dinastie italiane prossime all’estinzione. Grazie a un’efficace combinazione di diplomazia e interventi armati, la Farnese riuscì a ottenere dalle potenze europee il riconoscimento dei diritti dinastici di Carlo sul Ducato di Parma e Piacenza, di cui egli divenne duca nel 1731, e sul Granducato di Toscana, dove l’anno seguente fu dichiarato gran principe (cioè principe ereditario).
Nel 1734, durante la guerra di successione polacca, al comando delle armate spagnole conquistò i regni di Napoli e di Sicilia, sottraendoli alla dominazione austriaca.
L’anno successivo fu incoronato re delle Due Sicilie a Palermo, e nel 1738 fu riconosciuto come tale dai trattati di pace, in cambio della rinuncia agli stati farnesiani e medicei in favore degli Asburgo e dei Lorena.
Capostipite della dinastia dei Borbone di Napoli, restituì alla città l’antica indipendenza dopo oltre due secoli di dominazione straniera, inaugurando un periodo di rinascita politica, ripresa economica e sviluppo culturale.
Alla morte del fratellastro Ferdinando VI nel 1759, fu chiamato a succedergli sul trono di Spagna, dove, allo scopo di modernizzare il paese, fu promotore di una politica riformista che gli valse la fama di monarca illuminato.
In politica estera raccolse tuttavia diversi insuccessi a causa dell’alleanza con la Francia, sancita dal terzo patto di famiglia borbonico, che lo portò a contrapporsi con sorti alterne alla potenza marittima della Gran Bretagna.
Desideroso di costruire un palazzo che potesse rivaleggiare con Versailles in magnificenza, nel 1751 re Carlo decise di edificare una residenza reale a Caserta, località in cui egli possedeva già un padiglione di caccia e che gli ricordava il paesaggio che circondava il Palazzo Reale della Granja de San Ildefonso in Spagna.
La tradizione vuole che la sua scelta cadesse su quella città perché essa, essendo lontana allo stesso tempo dal Vesuvio e dal mare, garantiva protezione in caso di eruzione del vulcano e d’incursioni nemiche.
Della costruzione fu incaricato l’architetto italo-olandese Luigi Vanvitelli, che cominciò ufficialmente i lavori il 20 gennaio 1752, trentaseiesimo compleanno del re, dopo una fastosa cerimonia.