Il cub, una vera e propria macchina da soldi che ha spiccato il volo durante una delle prime emergenze dei rifiuti in Campania e utilizzato da una parte della politica per raggiungere consensi elettorali, restano al centro della questione giudiziaria che si sta per tramutare in 108 avvisi di chiusura di indagine notificati ad altrettanti soggetti connesse alle vicende del consorzio unico di bacino.
Se il giudizio dovesse essere confermato andrebbe in scena a Santa Maria Capua Vetere un mega processo che vedrebbe tra gli indagati anche nomi di vertice come: Antonio Scialdone (direttore), Gaetano Farina Briamonte e Gianfranco Tortorano che del Cub sono stati commissari.
Non mancano altri nomi eccellenti come quello dell’ex sindaco di Villa Literno e consigliere Regionale, Enrico Fabozzi presidente del consorzio dal 29 dicembre 2008 all’aprile 2008; Enrico Parente, ex sindaco di Grazzanise e presidente dell’assemblea dei sindaci del Consorzio unico dall’aprile 2009 al dicembre 2009; Achille Foggetti, generale dei carabinieri, responsabile del Consorzio Ce4 dal 30 agosto 2008 al marzo 2009; Giuseppe Venditto, responsabile dell’articolazione di Caserta del Consorzio Unico dal 22 aprile 2009 al 15 gennaio 2010.
Nelle indagini Nucleo di polizia tributaria diretto dal tenente colonnello Gaetano Senatore e dei carabinieri del comando provinciale di Caserta, guidati dal colonnello Giancarlo Scafuri, portate avanti tra il 2006 ed il 2011 vengono contestati vari reati, come ad esempio quello dell’affidamento diretto di lavori in cambio di voti, la truffa e l’assenteismo.