Sei persone arrestate, tra cui due donne, per associazione di tipo mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso e associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti.
E’ il bilancio di un’operazione eseguita dai Carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Caserta su disposizione del Gip di Napoli a seguito di un’indagine della Procura partenopea DDA, che ha ricostruito una serie di episodi criminosi commessi da diversi gruppi nell’arco temporale che va dal 2012 al 2013.
Nel corso dell’indagine è stata appurata l’esistenza e l’operatività di un gruppo criminale di stampo mafioso riconducibile a Giovanni Capone (nella foto a sn), referente del clan camorristico Belforte attivo a Caserta, a suoi familiari e al suo factotum che si sarebbero resi responsabili di richieste estorsive ai danni di commercianti di Caserta, richieste di “pizzo” avanzate in cambio di ipotetica protezione.
Nello stesso frangente sono state individuate l’esistenza di due organizzazioni dedite allo smercio di sostanze stupefacenti al Parco dei Fiori ed al Rione Vanvitelli che si rifornivano a Caivano.
Per esercitare lo spaccio veniva utilizzato un linguaggio convenzionale. Uno dei due gruppi aveva anche istituito un servizio di consegna a domicilio.
Nel corso dell’operazione, che ha coinvolto due persone recluse ed una ai domiciliari per altra causa, sono stati sequestrati 900 grammi di droga (hashish, cocaina, marijuana).
Gli arrestati sono :
1. Maurizio CAPPA, nato a Caserta il 10/02/1977;
2. Alberto CECERE, nato a Caserta lo 03/12/1973;
3. Fabrizio IUCCHITTO, nato a Santa Maria Capua Vetere il 28/02/1981;
4. Maria PICCIRILLO (nella foto a dx), nata a Caserta il 12/12/1967;
tutti detenuti presso il penitenziario di S. Maria Capua Vetere mentre invece sono agli arresti domiciliari:
5. Alberto Francesco SPAZIANTE, nato a Caserta il 28/02/1975;
6. Rosa ZAMPELLA, nata a Caserta il 21/01/1992.
Dalle indagini è emerso che il marito di Maria Piccirillo, Giovanni Capone (solo indagato nell’inchiesta), continuava dalla cella a dare indicazioni alla moglie.
Nell’attività estorsiva la Piccirillo si avvaleva della collaborazione di un fedelissimo del marito, il 41enne Alberto Francesco Spaziante, finito in manette stamani.
La donna chiedeva i soldi per far fronte “alle spese legali del marito”.
Numerosi i commercianti del capoluogo che sono stati costretti a pagare il pizzo dai 100 ai 500 euro, ma nessuno ha denunciato autonomamente gli emissari del clan camorristico; le denunce e la collaborazione sono arrivate solo quando i carabinieri, che già avevano avviato le indagini sulla base della propria attività di controllo del territorio, hanno cercato i riscontri agli elementi raccolti.