Il Gup di Napoli ha condannato a 12 anni di carcere Antonio Iovine (nella foto), ex boss del clan camorristico dei Casalesi ed attualmente collaboratore di giustizia, per l’omicidio di Ciro Nuvoletta, fratello del boss Lorenzo Nuvoletta, avvenuto a Marano di Napoli nel 1984.
La sentenza è stata emessa al termine del processo con rito abbreviato.
L’altro imputato Maurizio Capoluongo, esponente di spicco del clan, è stato invece condannato a 30 anni di reclusione.
Per lo stesso delitto era già stato condannato all’ergastolo qualche settimana fa il capoclan Michele Zagaria.
Sono state le dichiarazioni di Antonio Iovine, che ha iniziato a collaborare con gli inquirenti nel 2013, a far luce sull’omicidio maturato durante la guerra di camorra dei primi anni ’80 tra la Nco di Raffaele Cutolo e la Nuova Famiglia, di cui facevano parte clan napoletani come quelli capeggiati da Carmine Alfieri e Pasquale Galasso (entrambi pentiti), ed i Casalesi di Antonio Bardellino.
Ciro Nuvoletta fu ucciso durante un vero e proprio assalto armato avvenuto nella tenuta della famiglia Nuvoletta a Marano; al raid omicida, ha raccontato Iovine, parteciparono Michele Zagaria, legato da un rapporto fiduciario con Bardellino, e Maurizio Capoluongo.
Le indagini, eseguite dalla Polizia di Stato, hanno accertato che l’assalto fu organizzato dai boss della Nuova Famiglia per punire i Nuvoletta dell’atteggiamento ambiguo tenuto nella guerra contro Cutolo.
La causa scatenante del raid fu l’omicidio di Leopoldo Del Gaudio, legato ad Alfieri; pochi giorni prima inoltre, a Villaricca, emissari del clan Nuvoletta avevano assassinato Michele Ferrara, amico di Bardellino; così, quando questi fu scarcerato, organizzò il raid su input di Alfieri e Galasso.