Cultura

E finalmente si prova ad illuminare permanentemente i “Ponti della Valle”. Inaugurazione il 14 aprile.

Prove tecniche di illuminazione: basta questo per dare un maggiore risalto, non solo a livello locale, ad uno dei più bei monumenti presenti nel nostro territorio.

Stiamo parlando di quella porzione dell’Acquedotto Carolino – inserito dal 1997 nella lista dei beni tutelati dall’Unesco – comunemente conosciuta con il vernacolo de “I Ponti ‘a Valle”, una grande opera di ingegneria idraulica che attualmente funge da cerniera tra il casertano ed il sannio nel territorio di Valle di Maddaloni.

I Ponti della Valle” rappresentano una di quelle tipiche opere d’arte di cui è piena la provincia casertana e che, se fossero sorti altrove in una qualsiasi località del Nord Italia, sarebbero valorizzati artisticamente e turisticamente fino all’inverosimile; invece qui vivono una vita “grama” e quasi anonima.

Finalmente si è deciso di dare loro la dovuta importanza realizzando un impianto di illuminazione ad hoc per esaltarne la bellezza. In questi giorni sono state fatte le prove e già questo è bastato per estasiare coloro che non si sono voluti perdere lo spettacolo che diventerà permanente appena saranno ulteriori interventi con piccoli correttivi.

Appena l’impianto, destinato ad essere acceso in maniera permanente, sarà pronto, ci sarà la serata inaugurale, prevista per  giovedì 14 aprile alle ore 19.00 con un concerto dall’Associazione Musicale dei “Cantori Città Valle di Maddaloni” con il proprio Direttore, Maestro Antonio Barchetta.

Come abbiamo detto, “i Ponti della Valle” fanno parte dell’Acquedotto Carolino, grandioso progetto compiuto da Luigi Vanvitelli per il re di Napoli Carlo di Borbone.

Il condotto, attualmente ancora funzionante, è nato dall’esigenza di approvvigionare la grande città che sarebbe sorta intorno alla Reggia di Caserta.

Vanvitelli, per trovare una fonte d’acqua per alimentare la splendida tenuta del re, dovette risalire fino al Taburno e alla sorgente del fiume Fizzo nel beneventano. Proprio da questo punto nasce l’Acquedotto che, alla fine della sua costruzione, misurerà quasi 38 chilometri lungo i quali si trovano 67 torrini, caratteristiche costruzioni a pianta quadrata e copertura piramidale, destinati a sfiatatoi e ad accessi per le ispezioni.

Per realizzare questa mastodontica opera Vanvitellli prese spunto dagli acquedotti romani della Provenza e di Segovia, ma trovò non poche difficoltà. Basti pensare che, per traforare il monte Garzano composto da roccia pura, gli operai impiegarono addirittura tre anni.

Ma nella realizzazione dell’Acquedotto Carolino, il “padre” della Reggia di Caserta non trovò solo ostacoli naturali, ma anche numerosi intoppi ‘burocratici’. Il progetto iniziale di Carlo era quello di realizzare una rete al fine di potenziare anche l’alimentazione idrica della città di Napoli. Infatti, l’Acquedetto del Carmigliano era in condizioni fatiscenti e non in grado di sostenere le esigenze di una città in totale espansione come quella partenopea. Ben presto, però, l’idea del re e di Vanvitelli fu ostacolata da Bernardo Tanucci.

Ministro e primo consigliere di Carlo, divenne ben presto il “re facente funzioni” quando quest’ultimo si trasferì per dirigere il regno di Spagna e fu costretto ad abdicare a favore del figlio Ferdinando che aveva appena 9 anni.

Fu allora che Tanucci fece valere tutto il suo potere, bloccando il progetto, soprattutto per problemi economici: un’antica spending review. Ma pare che il ministro interruppe l’opera soprattutto per l’antipatia che aveva nei confronti di Luigi Vanvitelli. Insomma, non era affatto un segreto che tra i due non scorresse “buon sangue”. Nonostante tutto però, l’opera fu completata e, in tutta la sua maestosità, è arrivata per fortuna fino ai giorni nostri.

Dalle sorgenti del Fizzo fino al nucleo agrario di Carditello, il Carolino ed il paesaggio circostante fanno da elemento unificante di un sistema di giardini, parchi, riserve di caccia e tenute che andrebbe completamente recuperato e riqualificato con interventi di restauro e di salvaguardia.

L’opera di bonifica e la prossima installazione di un sistema di illuminazione è il primo passo in questa direzione.

Speriamo bene!

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