Cronaca

Appalti truccati: in carcere l’ex-sindaco di S. Maria Capua Vetere Biagio Di Muro

Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Napoli ed i Carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta hanno eseguito nove ordinanze di custodia cautelare nei confronti di funzionari comunali, imprenditori, professionisti e «faccendieri».

Secondo gli inquirenti sono accusati, a diverso titolo, di associazione per delinquere di stampo camorristico, corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio e altre irregolarità nelle gare di appalto pubblico messe in atto anche per agevolare il clan dei «casalesi».

Tra gli arrestati anche l’ex sindaco di Santa Maria Capua Vetere Biagio Di Muro (nella foto), finito in carcere.

Carabinieri e finanzieri hanno arrestato anche il funzionario del Comune sammaritano, Roberto Di Tommaso, per il quale il gip di Napoli ha disposto i domiciliari.

Figura chiave nell’inchiesta della Dda partenopea – sostituti D’Alessio, Giordano, Landolfi e Sanseverino coordinati dal procuratore aggiunto antimafia Giuseppe Borrelli – sarebbe, a giudizio degli investigatori, quella dell’altro indagato destinatario di ordinanza cautelare A. Z., imprenditore ritenuto l’anello di congiunzione tra l’amministrazione ed il clan camorristico guidato dal boss omonimo Michele Zagaria.

L’indagine riguarda l’appalto per i lavori di consolidamento di Palazzo Teti, immobile ubicato in via Roberto D’Angiò, confiscato al padre dello stesso ex primo cittadino, Nicola Di Muro.

La gara, che negli anni ha subito vari rallentamenti, secondo l’ipotesi accusatoria della Dda di Napoli, sarebbe stata vinta da un raggruppamento di imprese ritenuto vicino al clan camorristico guidato da Michele Zagaria.

Già nel luglio 2015 l’ex sindaco, in carica fino a pochi mesi fa, fu oggetto di una perquisizione. Nell’inchiesta è indagato anche il presidente regionale del PD Stefano Graziano

Il giudice per le indagini preliminari ha ritenuto la sussistenza di un accordo illecito che ha visto nel ruolo di corruttori l’ingegnere Guglielmo La Regina (rappresentante legale dalle Archicons Srl, società che si è occupata della progettazione dei lavori in argomento) e Marco Cascella, rappresentante legale della Lande Srl che si è aggiudicata il relativo appalto del valore di oltre 2 milioni di euro.

 I beneficiari delle tangenti elargite da questi imprenditori sono stati il sindaco Biagio Di Muro e alcuni componenti della commissione di gara nominata (Il Rup della gara Roberto Di Tommaso e il prof Vincenzo Manocchio) che hanno favorito le aziende corruttrici mediante l’attribuzione del necessario punteggio tecnico nelle procedure di gara.

La mazzetta corrisposta, per un valore al momento accertato di 70 mila euro, è stata contabilmente giustificata dall’emissione di fatture relative ad operazioni oggettivamente inesistenti da parte di aziende compiacenti, facenti capo al commercialista Raffaele Capasso (consulente fiscale ed amico di La Regina) e all’ingegnere Vincenzo Fiore. Coinvolta anche Loredana Di Giovanni, nelle intercettazioni telefoniche individuata come “la rossa“.

Condividi!