Erano già indagati per il decesso di una paziente di 4 anni. Ora sono agli arresti domiciliari perché ritenuti responsabili della morte di un’altra bambina.
Si tratta di Angelo Coronella, medico pediatra, e della moglie Ersilia Pignata.
Entrambi si dovranno difendere dall’accusa di aver cagionato la morte di una bambina di 3 anni alla quale non fu diagnosticato un tumore che poi ha ucciso la piccola.
L’ordinanza di applicazione della misura degli arresti domiciliari è stata emessa dall’Ufficio GIP del Tribunale di Napoli Nord al termine di laboriose indagini , coordinata dal procuratore capo Francesco Greco, che hanno portato all’accusa per entrambi di omicidio colposo, con l’aggiunta per la Pignata di esercizio abusivo di professione, violazione dei sigilli, falsità ideologica in certificati e sostituzione di persona.
I due gestivano un centro sanitario a Casal di Principe, il “Pediatric Center” (ora sotto sequesto), ma gli inquirenti hanno scoperto che la Pignata non è affatto una pediatra – come spacciava di essere – bensi una maestra di musica con la “passione” per la medicina.
La sconcertante e triste vicenda ha inizio nel maggio 2011 quando il “Pediatric Center” di Casal di Principe prende in cura una bambina di tre mesi, figlia di una coppia di Giugliano, alla quale presso il centro vengono praticati tutta una serie di esami e svariate cure, ma mai una visita specialistica. Nel settembre 2013, la bambina venne portata in mattinata dagli ignari genitori al Centro sanitario a causa di una forte crisi di pianto e di difficoltà urinarie. Qui il pianto venne ricondotto alle troppe attenzioni dei genitori e, quindi, venne prescritto alla piccola unicamente un antinfiammatorio. Ma la bimba continua a stare male, anzi peggiora. A causa del pianto persistente, i genitori decidevano pertanto di portarla nel pomeriggio all’ospedale Santobono di Napoli ove, tramite un’ecografia, veniva invece rilevata la presenza di un’estesa massa tumorale, risultata essere, a seguito di approfondimenti eseguiti presso il Policlinico di Napoli, un neuroblastoma al IV stadio ossia un tumore maligno già metastatizzato. Un anno più tardi, nonostante i disperati tentativi di fermare il male, la morte che – come hanno scritto i periti nella consulenza tecnica, effettuata successivamente su mandato della Procura della Repubblica – è stata frutto “di una colposa sottovalutazione della sintomatologia anche attraverso un’omissione dei doverosi approfondimenti che determinò un ritardo nella diagnosi”. Insomma, una tardiva individuazione della malattia il che ha inevitabilmente pregiudicato ogni possibilità di cura ed eventuale guarigione.
Gli inquirenti hanno poi accertato che questo non è stato il primo caso di morte per colpevole negligenza da parte dei coniugi. Infatti i due sono già citati in giudizio, sempre con l’accusa di omicidio colposo, in un caso assai simile all’attuale conclusosi con la prematura scomparsa di un’altra bimba di 4 anni, anche lei paziente dei coniugi casalesi. Di qui la particolare severità del Gip che contesta ad entrambi anche la “recidività”.
Ma le indagini continuano e sembrano promettere altri inquietanti sviluppi che potrebbero riguardare anche la ASL di Caserta che al centro sanitario di Casal di Principe – adesso sottoposto a sequestro! – ha affidato minori bisognosi di “cure specialistiche”.