Maddaloni

Timbravano e poi non lavoravano: a Maddaloni arrestati 9 dipendenti dell’ASL Caserta

Timbravano il badge e poi si allontanavano dal posto di lavoro, senza segnalarne l’uscita, per dedicarsi allo jogging o allo shopping, oppure per accompagnare i figli a scuola. Alcuni di loro timbravano anche per i colleghi assenti.

Con queste accuse, nove dipendenti dell’Asl di Caserta, in servizio presso il Distretto 13 di Maddaloni in via Caudina, sono stati arrestati all’alba dai carabinieri della stazione di Valle di Maddaloni in esecuzione delle misure cautelari emesse dal gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Altri sette invece sono stati sospesi dal servizio. Fra gli indagati, cinque sono dirigenti.

Tutti gli arrestati sono ai “domiciliari”.

Sui 16 indagati pesa l’accusa di truffa e false attestazioni o certificazioni in concorso, con l’aggravante di aver commesso il fatto in danno di un ente pubblico, di aver cagionato alla parte offesa un danno patrimoniale di rilevante entità e con violazione di doveri inerenti a una funzione pubblica o ad un pubblico servizio (art. 640, co. 1 e 2, c.p.,artt. 476, 479 c.p., art. 55-quinquies d.lgs. n. 165 del 2001).

In una nota stampa, i Carabinieri comunicano che è stato possibile acclarare come gli indagati lasciassero il posto di lavoro subito dopo aver marcato il badge.

Le indagini, partite nel 2015 dopo le segnalazioni di alcuni cittadini e condotte dall’ottobre al dicembre dello stesso anno, hanno previsto attività di videoripresa, pedinamenti e analisi dei tracciati dei cartellini magnetici di riconoscimento, consentendo così di accertare come gli indagati lasciassero il posto di lavoro subito dopo aver registrato la loro presenza mediante il badge, all’atto dell’inizio della giornata lavorativa, ottenendo così un’ingiusta corresponsione e arrecando un danno all’amministrazione stimato dai 450 ai 3.400 euro.

Gli accusati sono stati ripresi mentre timbravano i cartellini (in qualche frame del video si vede addirittura uno dei dipendenti timbrare contemporaneamente due cartellini – uno con la mano sinistra, l’altro con la destra) e, grazie a successivi pedinamenti in cui si mostrano alcuni dei coinvolti, stanati mentre – durante l’orario di lavoro – si davano a ben altre attività, come la spesa o una salutare passeggiata in un’area verde.

E’  stata inoltre riscontrata la responsabilità di due dirigenti dell’Unità Operativa di Medicina Legale circa la falsa attestazione, in alcuni certificati di morte, della loro presenza presso le salme al fine di rilasciare la necessaria autorizzazione al seppellimento.

I 9, di  cui il gip del tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha disposto gli arresti domiciliari, sono:

– un consigliere comunale di maggioranza del comune di Valle di Maddaloni, il 58enne Agostino Renzi (figlio dell’ex-sindaco di Valle di Maddaloni), collaboratore amministrativo dell’Unità Operativa di Medicina Legale del Distretto 13 dell’Asl di Caserta, accusato di avere agevolato un collega timbrando il suo cartellino e facendolo risultare presente,

– i dott.ri Gerardo Affinita ed Alfonso Florio, entrambi 60enni e veterinari a Santa Maria a Vico,

– la dott.ssa Consiglia Ferriello, 65 anni di Cervino, cognata dell’ex senatore Pasquale Ferrara,

– il dirigente responsabile dell’U.O.M.L. dott. Giovanni Battista Di Vito, 62 anni di S. Maria a Vico,

– la 62enne di Cervino Francesca Della Ventura, assistente amministrativa,

– la 50enne di Caserta Giuditta Buttini, collaboratrice amministrativa,

– la 57enne Antonietta Tagliaferro, di Maddaloni,

– il collaboratore amministrativo Michele Izzo, 56 anni di Valle di Maddaloni.

I 7 sospesi dal servizio invece sono:

– la sorella dell’ex-sindaco di Maddaloni, la 58enne Angela Cerreto,

Vittorio Perrotta, 61 anni, fratello dell’ex-sindaco di San Felice a Cancello,

Emilio Carfora, 60 anni, di S. Maria a Vico,

Francesca Carfora, 49 anni, di S. Felice a Cancello,

Carmen Farullo, 48 anni, di Sant’Agata dei Goti,

Domenico Liccardo, 62 anni, di Maddaloni,

Maria Renga, 56 anni, di Valle di Maddaloni.

Infine altri 9 dipendenti (1 di Castel Morrone, 7 di Maddaloni ed 1 di Valle di Maddaloni) sono indagati a piede libero.

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