Si può morire “per gioco”? Purtroppo sì, in particolare quando la stupidità varca i limiti posti dalla ragione e dal raziocinio.
Accompagnato dal suo avvocato, si è costituito il 19enne Antonio Zampella che ieri ha ucciso “per gioco” il 20enne Marco Mongillo (in foto nel riquadro).
I carabinieri hanno ricostruito tutto quanto accaduto nella casa del pregiudicato 22enne Umberto Zampella in via Cappuccini 29 al Rione Santa Rosalia di Caserta.
Marco Mongillo si era recato, in compagnia del fratello Vincenzo, in casa Zampella per fare visita all’amico Umberto in occasione del compleanno di quest’ultimo.
Qui Antonio, fratello minore di Umberto, ha mostrato a Marco ed a Vincenzo una pistola, una browning cal. 7,65 con matricola abrasa, e, poco dopo, hanno deciso di giocare alla “roulette russa”. Hanno quindi caricato l’arma e poi, a turno, se la sono puntata alla tempia. Ed è stato lo stesso Antonio Zampella, dopo essere scampato al proiettile nel “suo turno”, a sparare per spavalderia contro il pizzaiolo. Il ragazzo è ovviamente morto sul colpo.
Preso dal panico, Antonio ha prima lanciato l’arma dalla finestra della casa (sarà poi ritrovata dai militari sulla rampa del garage sottostante l’abitazione con un colpo in canna e 5 nel serbatoio) e poi è scappato, mentre gli altri allertavano il 118 nella speranza vana di portare soccorso a Marco Mongillo.
Successivamente il giovane si è costituito presso il Comando Compagnia Carabinieri di Caserta rilasciando piena confessione: “Non volevo, ho provato quell’arma anche su di me, ero convinto fosse scarica” ha dichiarato Antonio Zampella al pubblico ministero Michele Caroppoli. “Ho comprato io la pistola da alcuni extracomunitari di colore a Napoli, poi l’ho portata a casa, ma era scarica. Ho puntato l’ arma sulla mia testa e non è esploso nulla“.
Arrestato in flagranza di reato per omicidio, detenzione abusiva di arma con matricola abrasa e ricettazione, Antonio Zampella è stato accompagnato presso la Casa Circondariale di Santa Maria Capua Vetere e posto a disposizione della competente Autorità Giudiziaria.
Si attendono ora gli esami tossicologici per verificare se i ragazzi abbiano fatto uso di sostanze stupefacenti.
Al vaglio degli inquirenti ci sarebbe anche la posizione di Umberto Zampella, fratello maggiore dell’omicida, che, siccome sta scontando per una rapina a mano armata gli arresti domiciliari nell’appartamento in cui è stato ucciso Mongillo, non può ricevere alcuna visita da parte di chicchessia se non autorizzata dal giudice.
Il tutto per gioco: un gioco atroce, una lotteria della morte conclusasi con la vita spezzata di un ventenne incensurato e l’arresto di un 19enne.
Follia allo stato puro!