Una assurda ed atroce carneficina, quella compiuta in un ristorante nella zona delle ambasciate a Dacca (Bangladesh) da un commando di 5 terroristi dell’Isis.
Venti le vittime tra cui nove italiane, 4 uomini e 5 donne (di cui 1 incinta), tutti imprenditori o lavoratori del settore tessile.
Ed anche la provincia di Caserta, in particolare la zona matesina, piange un morto ammazzato. Si tratta di Vincenzo D’Allestro (nella foto), 46 anni, coniugato dal 1993 con Maria Assunta Gaudio, sua coetanea, entrambi di Piedimonte Matese, anche se le origini familiari di D’Allestro sono di San Potito Sannititico ove D’Allestro era praticamente “di casa”.
Nato nel 1970 a Wetzikon (Svizzera), Vincenzo D’Allestro gestiva con la moglie un’azienda che esporta prodotti tessili “made in Italy” in tutto il mondo.
Persone perbene, oneste e lavoratrici, stimate dalle comunità che li conoscevano, si erano trasferiti nell’ottobre del 2015 ad Acerra ove avevano preso dimora in una mansarda del Parco Azalea, una palazzina rosa di quattro piani che si affaccia su via don Girolamo Marucella.
D’Allestro era in Bangladesh per l’ennesimo viaggio d’affari e si apprestava a fare ritorno a casa: lui e gli altri otto connazionali avevano deciso di stare insieme l’ultima sera prima del viaggio in Italia per ritornare alle rispettive residenze. Ed il commando terrorista lo ha sorpreso all’interno dell’Holey Artisan Baker seduto al tavolo per cenare con altri colleghi.
Appresa la notizia dell’efferato delitto, il sindaco di Acerra, Raffaele Lettieri ha dichiarato: “Ci stringiamo alla famiglia di Vincenzo D’Allestro, venuto ad abitare ad Acerra da circa un anno. Al dolore per la strage, si aggiunge l’orrore per i modi particolarmente efferati con i quali i terroristi islamisti hanno dato la morte agli ostaggi. Esprimo tutto il cordoglio mio e dell’intera comunità di Acerra“.
Non da meno Enzo Cappello, primo cittadino di Piedimonte Matese ove le bandiere presso la sede comunale sono state esposte a mezz’asta in segno di lutto e partecipazione popolare al dolore.
Ma il dolore unisce tutta la zona dell’alto casertano. Infatti ad Alife, in località San Vittore, vive la famiglia della moglie della vittima “Non ci sono parole – ha dichiarato il sindaco di Alife Salvatore Cirioli – per descrivere lo stupore per tanta malvagità”.
E la collettività di San Potito Sannitico davvero non sa darsi pace. Vincenzo D’Allestro era molto noto in quanto impegnato anche in attività sociali nel suo paesino d’origine. Con commozione il sindaco Francesco Imperadore ha voluto tracciarne un profilo per ricordarlo: “Vincenzo era la parte ‘buona’ della nostra Comunità, ovvero faceva parte di quelle persone sempre disponibili ed attive, anche in campo sociale. Non se ne va via solo un concittadino, in maniera oltretutto orribile, ma abbiamo perso una parte di noi. Oggi siamo più soli, ma con il cuore in mano auspico che tragedie del genere non abbiano più a verificarsi”. Proprio in questo week-end in paese si doveva svolgere la Festa del grano, ma, in segno di lutto, è stato rimandata. “Non è assolutamente il caso – dichiara Imperadore – di festeggiare! Oggi c’è davvero poco da festeggiare…”