Ancora appalti in cambio di “favori”.
Per tutti (o quasi) “associazione a delinquere per assegnazione illecita di appalti milionari nel settore rifiuti”.
Il sistema di smaltimento dei rifiuti finisce così nell’occhio del ciclone anche a Caserta dove la Guardia di Finanza ha eseguito 20 misure cautelari. Le indagini riguardano il biennio 2013-15 e sono partite dalla dichiarazioni di Antonio Scialdone (ex presidente Cub) e di Alberto Di Nardi (imprenditore della Dhi arrestato per la tangentopoli di Maddaloni): entrambi hanno collaborato con la procura consentendo ai pm di ricostruire l’accordo tra i pubblici amministratori e gli imprenditori indagati.
Gli indagati sono complessivamente 35. Eseguito anche un sequestro beni per oltre 1,5 milioni di euro.
Viaggi in Turchia, soldi, assunzioni, utilizzo di auto di lusso. Sono solo alcune delle “utilità”, come si dice in gergo giudiziario, che gli imprenditori del settore rifiuti del Casertano – secondo la ricostruzione degli investigatori – erano disposti a dare a politici locali e funzionari pubblici in cambio di gare d’appalto milionarie costruite “su misura”. Tra i reati contestati figura anche l’abuso d’ufficio.
Tra gli arrestati c’è anche il Presidente della Provincia (nella foto) Angelo Di Costanzo (Forza Italia), per fatti accaduti quando era primo cittadino di Alvignano, oltre ad alcuni sindaci dei comuni casertani e ad un comandante della polizia municipale. Secondo le indagini dei finanzieri – coordinate dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere – Di Costanzo e gli altri avrebbero ottenuto l’assunzione di amici e parenti, oltre a buoni benzina, auto di lusso e altri regali, in cambio dell’assegnazione degli appalti a una ditta della zona che si occupa di smaltimento rifiuti, il “Gruppo Termotetti”.
In carcere, oltre a Di Costanzo, anche:
– Andrea Pietro Cappella, presidente del Consorzio di Bonifica Sannio-Alifano,
– Vincenzo Cappello (PD), sindaco di Piedimonte Matese,
– Luigi Simone Giannetti, assessore all’ambiente di Alvignano,
– Francesco Iavazzi, della “Impresud”, fratello di Raffaele Iavazzi, presidente della JuveCaserta Basket,
– Luigi Imperadore, titolare della stessa “Termotetti”.
– Gaetano Rauso, responsabile Sportello Unico al Comune di Casagiove,
– Antonio Manca, funzionario al Comune di Casagiove,
– Ernesto Palermiti, ingegnere,
– Francesco Raucci, coordinatore operativo della Termotetti S.a.s.
– Luciano Sorbo,
– Pietro Terreri,
– Mario Vincenzo Franco, comandante dei Vigili Urbani di Alvignano.
Dalle indagini è emerso che Cappella, per i suoi spostamenti, utilizzava una Volvo di proprietà dell’azienda di Imperadore con tanto di marchio “Termotetti” in evidenza sulla carrozzeria.
Agli arresti domiciliari sono finite invece sette persone:
– Elpidio Russo, ex sindaco di Casagiove,
– Gennaro D’Onofrio,
– Giuseppe Imperadore, imprenditore di Gioia Sannitica
– Domenico Marra,
– Fabio Menditto,
– Giuseppe Simonetti,
– Antonella Tedesco, amministratrice dellaTermotetti S.a.s..
Ecco il link del video realizzato dalla Guardia di Finanza di Caserta
Risultano inoltre indagate a piede libero altre quindici persone e cioé:
– Francesco Greco, 50 anni di Napoli,
– Raffaele Macchione, 65 anni di Parete,
– Antonio Menditto, 49 anni di Pietramelara,
i casagiovesi:
– Marianna Falace, 35 anni,
– Giuseppe Ianniello, 42 anni,
– Francesco Mingione, 61 anni,
– Davide Rotunno, 35 anni,
– Antonio Terraccia, 47 anni (quest’ultimo candidato sindaco a Casagiove alle ultime elezioni amministrative),
ed i seguenti, tutti di Piedimonte Matese:
– Fernando Catarcio, 62 anni,
– Attilio Costarella, 60 anni,
– Antonio Ferrante, 50 anni,
– Marcellino Iannotta, 63 anni,
– Costantino Leuci, 55 anni,
– Massimo Natalizio, 58 anni.
I dettagli dell’operazione sono stati resi noti in una apposita conferenza stampa che si è tenuta presso l’ufficio del Procuratore Capo della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, Dott.ssa Maria Antonietta Troncone la quale ha parlato, tra l’altro, anche di una spartizione degli appalti divisi per zone, come ad esempio accadeva alla ditta “Termotetti che riceveva i lavori a Nord di Napoli. In molte procedure ditte presentano domanda, ma ritenendo già di non avere requisiti o non la presentano proprio in accordo con altre ditte per una spartizione a tavolino. Questo sistema è stato denominato ‘sistema Raucci’: il tecnico Francesco Raucci è una figura chiave in questo contesto poiché fungeva da intermediario confezionando appalti ad hoc per le ditte individuate“. Secondo il Gip a Raucci era dato il “compito di elaborare e realizzare – nella qualità di coordinatore operativo della Termotetti S.a.s. di Tedesco Antonella & co. – i connotati essenziali del programma criminale finalizzato a garantire l’aggiudicazione, alla predetta società, di un numero indeterminato di procedure ad evidenza pubblica, relative all’affidamento di appalti aventi ad oggetto la gestione dei servizi di igiene urbana ed altre commesse pubbliche orbitanti nell’ambito del ciclo integrato dei rifiuti. Il tecnico, su mandato di Imperadore e della Tedesco, era diventato – ha continuato la Troncone – il vero coordinatore dell’illecito, poiché insidiosamente ingerito nelle procedure di gara oggetto d’indagine, in quanto, antecedentemente o successivamente alla pubblicazione degli atti di gara, ha orientato – o addirittura personalmente elaborato o modificato – il contenuto degli stessi, in modo tale da creare dei veri e propri ”abiti su misura”, confezionati ad arte per valorizzare le caratteristiche e le peculiarità tecniche della società riconducibile alla famiglia Imperadore. Il tutto con la connivenza degli amministratori e dei funzionari pubblici direttamente coinvolti nelle procedure stesse o, comunque, collocati ai vertici delle amministrazioni comunali“.