Caserta

In manette il “capo” della banda che rapinò e torturò Mara Zinzi

E’ stato tratto in arresto a fini estradizionali all’aeroporto di Mosca il cittadino georgiano Aleksandre Gajadze, 33 anni, noto in Italia con lo pseudonimo di Trushin Aleksandre, sulla base dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa in data 15.06.2015 dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere per i reati di rapina aggravata, lesioni personali aggravate e sequestro di persona, su richiesta di questa Procura della Repubblica.

Aleksandre Gajadze, all’esito di una complessa attività di indagine svolta dalla Squadra Mobile di Caserta, coordinata da questa Procura, è stato individuato quale responsabile, in concorso con altri suoi connazionali, dei citati fatti delittuosi commessi in il 5 giugno 2015, in via Giotto a Caserta ai danni di Maddalena “Mara” Zinzi (nella foto a sn), figlia dell’ex presidente della Provincia di Caserta On. Domenico Zinzi.

Lo stesso si avvaleva, in particolare, della complicità della badante della famiglia Zinzi/Avecone, che ne favoriva l’accesso in casa dopo averne comunicato le abitudini; unitamente alla stessa e ad altri complici, veniva pianificato e compiuto l’assalto.

L’arrestato ed altri suoi connazionali, introdottisi furtivamente all’interno dell’abitazione, raggiungevano la vittima nel bagno e, dopo averle sottratto con forza la figlia minore di anni tre, iniziavano ad aggredirla con brutale e feroce violenza fisica e morale, torturandola, costringendola a contattare il coniuge telefonicamente per farsi indicare la combinazione di accesso della cassaforte da cui prelevavano diversi valori.

Le immediate indagini consentivano d’individuare sin da subito, gli autori materiali del violento episodio, in particolare di Aleksandre Gajadze, quale attore e ideatore principale del raccapricciante fatto delittuoso.

Le investigazioni si concentravano sulla posizione della badante, che, pur apparendo, nell’occasione anch’ella vittima di rapina, non convinceva del tutto gli investigatori che, in breve tempo, riuscivano a documentare numerosi contatti della stessa con il Aleksandre Gajadzeed i suoi complici fino al giorno dell’episodio delittuoso.

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