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Sandro Dell’Agnello e Paolo Lepore a “Cestisticamente Parlando”

Sandro Dell’Agnello e Paolo Lepore sono stati gli ospiti della diciottesima puntata di “Cestisticamente Parlando, il magazine settimanale di Radio PRIMARETE (95.00 Mhz F.M. ed in streaming su www.radioprimarete.it), in onda ogni martedì dalle 19:35 alle 20:55 (ed in replica il giovedì alle 00.05 ed in podcast sulla pagina FB “Cestisticamente Parlando – Radioprimarete” e sul canale YouTube “Cestisticamente Parlando”) e condotto da Francesco Gazzillo, Rosario Pascarella, Mario Della Peruta ed Eugenio Simioli (con la regia di Maurizio Lombardi ed Imma Tedesco).

Sandro Dell’Agnello:

Com’è la situazione sanitaria dei bianconeri?

Stiamo facendo l’impossibile per recuperare Bostic che sappiamo tutti quanto per noi sia importante. Purtroppo ad oggi non è recuperato, ha fatto due partite contro Reggio Emilia e Varese sostanzialmente senza allenamento. E’ un periodo di tempo in cui è fermo e ovviamente la forma l’ha persa. Cercando di risolvere il problema fisico che ha, lo staff sta facendo tutto il possibile, ci serve un Bostic al 100% che al momento non abbiamo. Per quanto riguarda Diawara, era prevedibile che un giocatore fermo dal punto di vista agonistico fa la prima partita molto bene e poi ha 10 giorni-due settimane di down che sono coincise con la partita un po’ scialba che ha fatto contro Varese. Contiamo in una settimana di avere al meglio anche  lui. Avere questi due giocatori al top è molto importante per noi.

Ci sono degli equilibri nuovi da costruire con l’inserimento di Diawara al posto di Czyz e il reintegro di Bostic…

La squadra è un po’ diversa dal punto di vista tecnico anche per i corpi e i ruoli diversi che abbiamo in campo. Abbiamo fatto questo cambiamento perché da una parte è forzato dalla situazione di Czyz che è andato per le lunghe con il problema al ginocchio e poi adesso si è operato, e dall’altro per l’assenza importante di Bostic che abbiamo avuto da un mese e mezzo a questa parte…dobbiamo sostanzialmente inserire adesso due giocatori nuovi, Diawara che non avevamo e Bostic che sono due mesi che manca. Mi aggancio al presunto egoismo di Sosa, che è reale: lo condivido anche, ma vi ricordo che con la squadra che ha giocato nelle ultime 7 partite ci siamo trovati d’improvviso a trovare senza Bostic e sostanzialmente senza Czyz che erano due punti di riferimento anche offensivi. Mancando due sponde in più in attacco, i due giocatori di maggior talento come Sosa e Watt hanno giocato più palloni e spesso anche troppi, specialmente nel caso di Sosa. Adesso, se riusciamo ad inserire nel più breve tempo possibile sia Diawara che Bostic, ovviamente dobbiamo ritornare ad una più diffusa distribuzione del pallone.

Domenica è sembrato che la squadra abbia giocato con un’ansia e una pressione che gli è caduta addosso, forse ingiustificata dalla classifica attuale…

E’ innegabile che domenica scorsa che siamo partiti anche bene nei primissimi minuti, poi abbiamo perso due palloni in attacco e dalla schiacciata di Putney ci siamo sciolti come neve al sole e questo non deve succedere perché noi in campo comunque dobbiamo metterci il sangue, come faccio io per primo. E’ anche vero che in questo periodo, pur non molto fortunato perché sicuramente abbiamo perso qualche partita di seguito, e questo è innegabile, non è che siamo ultimi a 6 punti dalla penultima e ci crolla il mondo addosso. Dobbiamo tornare a giocare come facevamo, soprattutto recuperando e inserendo al meglio le nuove figure come Diawara, Bostic e Johnson perché così riequilibriamo la squadra e siamo convinti di essere competitivi. Siamo a più della metà del girone d’andata, siamo nel gruppone di metà classifica e tutti noi, io per primo, pretendo che ci mettiamo il massimo dell’impegno perché a questo punto sarebbe stupido non provare ad agguantare l’ottavo posto, che non era il nostro obiettivo iniziale, ma che, strada facendo, abbiamo mostrato di avere le credenziali per potercelo giocare.

 

Paolo Lepore:

Cremona è passata dalle “stelle” della stagione scorsa alle “stalle” di quella attuale…

Noi siamo una società che ogni anno, purtroppo, a causa del budget che ogni anno è sempre di meno, dobbiamo fare delle scommesse che, se vanno bene, poi diventa difficile trattenere, come ad esempio McGee, Washington e sostanzialmente ogni anno siamo costretti a partire da zero. Purtroppo quest’anno qualche scelta non è andata a buon fine e ci siamo ritrovati dai playoff da quarti lo scorso anno e da un campionato di vertice alla lotta per la salvezza a cui però siamo sempre stati abituati perché non ci siamo mai montati la testa. Purtroppo ci sono delle difficoltà, però cerchiamo di combattere fino all’ultimo per cercare di portare a casa il nostro obiettivo che è ovviamente la salvezza.

La differenza tra la tua squadra e quella di cui eri assistente qualche mese fa?

Quello che ho cercato di fare è cercare la possibilità a tutti, anche di far partire un giocatore come Turner dalla panchina e far giocare Holloway affianco a Carlino. Ho cercato di mischiare le carte, visto che non c’era la possibilità di fare altri cambi. E’ chiaro che ci sono delle difficoltà, purtroppo ci siamo giocati partite come con Cantù e Pistoia che potevano finire diversamente, ma che per inesperienza e per episodi non siamo riusciti a portare a casa, cosa che l’anno scorso ci riusciva praticamente sempre. Sappiamo che dobbiamo fare fino alla fine un campionato di sofferenza, perché questo è un campionato difficile, che non dà tregua e quindi noi dobbiamo cercare di crescere e di sviluppare partendo dalla difesa che deve essere la nostra forza, cosa che purtroppo domenica non è stato, perché Trento ci ha letteralmente spazzato via. Dopo le partite contro Pistoia e Trento il messaggio che ho cercato di trasferire alla squadra che è iniziato un altro campionato e che dobbiamo essere pronti all’impatto che stanno avendo tutte le squadre e che sicuramente avremo domenica in un campo difficilissimo e contro una squadra sicuramente ben attrezzata come Caserta.

Dal punto di vista tecnico che cosa hai cambiato rispetto a prima?

Innanzitutto c’e da dire una cosa importante: avendo già alle spalle il lavoro di un grandissimo allenatore come Cesare Pancotto, la base era importante sia in attacco che in difesa. Ho cercato, senza stravolgere nulla, di aumentare il ritmo in attacco, magari rischiando qualche palla persa in più, cosa che nelle ultime due partite purtroppo non ci è riuscita per via della bravura delle difese avversarie, mentre in difesa ho cercato di dare ancora maggiore responsabilità individuale a tutti perché c’era un po’ la tendenza a trovare il colpevole, invece la pallacanestro, come tutti gli sport, è fatta di errori, però l’importante è che ci siano delle responsabilità chiare e che, quando uno sbaglia, sappia che ha sbagliato e cerchi di non ripetere l’errore. Non cerco mai un colpevole, la cosa importante è appunto, con questa massima responsabilità individuale, cercare di restare all’interno delle regole e soprattutto mantenendo sempre un’altissima aggressività che ci ha permesso di giocarci bene le partite con Cantù e Varese, molto bene a Reggio Emilia e di limitare in casa sua Pistoia a 63 punti, quando ne segnava 86 di media. Dobbiamo migliorare molto in attacco, dove stiamo ancora cercando un equilibrio tra gioco interno e gioco esterno, perché siamo sbilanciati molto sugli esterni avendo un playmaker come Holloway che vuole attaccare molto.

Come procede lo sviluppo dei vostri italiani Mian, Biligha e Gaspardo in questa annata difficile?

Ogni anno abbiamo fatto delle scommesse, quando abbiamo preso Mian, che ho avuto nella sperimentale così come Gaspardo, giocava in Serie B ed era un giocatore che sembrava perso per l’A1 e invece, nel giro di 2 anni, quest’estate è andato in Nazionale. Su Biligha come centro titolare, tutti ci dicevano che era una follia, che eravamo stati troppo piccoli e che non avremmo retto l’impatto e invece credo che ad oggi sia uno dei migliori centri italiani in circolazione, se non il migliore per quello che sta facendo vedere. Lo stesso Gaspardo era a Treviglio quando lo abbiamo preso e nessuno ci aveva pensato, quindi credo che, al di là dei risultati, questa sia comunque una politica che paga perché investiamo su ragazzi che vogliono, infatti tutti e tre hanno contratti pluriennali, e si continuerà ad investire su di loro perché è una filosofia della società e credo che questo sia un ulteriore merito del presidente Vanoli.

(Francesco Gazzillo)

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