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“Adesso basta! La VolAlto Caserta toglie il disturbo!”

In tutti questi anni di attività sportiva l’Ing. Agostino Barone, vero e proprio patron della VolAlto Caserta, si è sempre distinto per il suo aplomb nonostante la società e la squadra a lui cara abbiano dovuto subire più di una volta qualche “contrarietà”.  Ma lui, gettando acqua sul fuoco, ha sempre accettato i verdetti – sul campo e fuori – anche quando qualche decisione arbitrale e/o federale ha penalizzato una squadra portata avanti a suon di enormi sacrifici, suoi e dei suoi amici e soci.

Ora però la sconfitta interna contro Legnano, per come è “maturata”,  ha evidentemente rappresentato la classica goccia che ha fatto traboccare un vaso già stracolmo.

Quella di stasera – afferma Barone – è stata una delle più brutte esperienze per me in questi dieci anni di Volalto. La mia grande amarezza è data dal dover constatare come sia del tutto inutile continuare a sprecare risorse, tempo, fatica per portare avanti un progetto illusorio, quello di contribuire a gridare all’Italia intera che il nostro è un territorio fatto di tante eccellenze. Ma evidentemente anche di tante “conferme”…!

Ho aperto gli occhi, spesso in questi anni mi sono imposto di non fare mai la parte del vittimista, ma la realtà è molto più dura e amara di quanto si possa immaginare.

Per una piccola città del meridione  – continua – è già tre volte più difficile che per una società del ricco nord farsi valere. Le società, quasi tutte settentrionali, mal digeriscono onerose e scomode trasferte nel profondo sud! E che dovremmo dire noi che siamo costretti quasi tutte le settimane a trasferte pesanti e costose…

Il “sistema” si organizza e si compatta per perseguire i suoi scopi perversi:  basta vedere gli ultimi arbitraggi , quello di stasera in particolare! La nostra vittoria di domenica scorsa ha evidentemente preoccupato molto il nord del volley, e subito si è intervenuti!

Ma del resto di cosa stupirsi? Tutto quello che accade regolarmente in altri sport non è la trama di un film, bensì la realtà dei nostri tempi, vero sig. Moggi?

L’Ing. Barone è incontenibile: Le atlete, quasi tutte del nord, poi non accettano volentieri trasferimenti al sud e, quando lo fanno, chiedono ingaggi maggiori… così come del resto si comportano i loro procuratori, che, come in altri sport, fanno il bello e il cattivo tempo, e guai a lamentarsi! Infine il discorso delle risorse, sia economiche – al nord ci sono realtà di gran lunga più importanti e potenti – che legato all’impiantistica, con società che vengono costantemente supportate perché ritenute “risorse” da difendere ed aiutare!

E da noi invece? Nella nostra città, città di basket per la presenza della grande Juve Caserta, noi siamo considerati alla stregua di un orpello inutile dalle nostre autorità cittadine… eppure, in un mondo tutto maschile, una squadra di donne in serie A andrebbe supportata ed aiutata!

Dopo tante premesse nel periodo elettorale, siamo stati – denuncia Barone – completamente abbandonati a noi stessi.  Del resto, come potevamo avere la presunzione di togliere in qualche modo spazio alle altre realtà più importanti? Alle nostre gare interne non si vede un’autorità, presenti invece su altri campi, evidentemente perché c’è un maggior numero di persone da cui farsi vedere… e non solo per amore dello sport!

Caserta città non ha un impianto comunale disponibile per la pallavolo, l’unica struttura esistente è il palazzetto provinciale, ma, in seguito alle problematiche legate alle sorti delle province, è diventato un problema anche questo, i costi sono alti, non c’è un’ombra di aiuto, probabilmente non saremo neppure in grado di terminare il campionato, con somma gioia di tutti quelli – società del nord, “nemici” locali, amministratori a quali rompiamo troppo le scatole – che non vedono l’ora che noi molliamo. Ed io raccolgo questo “appello”, ho deciso di dargliela vinta, di mollare tutto, non ha più senso andare avanti contro tutto e tutti, sembro don Chisciotte…!

Con Carlo Barbagallo avevamo deciso di consegnare la squadra al sindaco (si fa così, no?), ma ora, almeno io, ho cambiato idea, a cosa servirebbe?

Avevamo un piccola società – conclude il patron della VolAlto Caserta – che in pochi anni, senza grandi risorse, era riuscita a portare in alto il nome del nostro territorio in un mondo difficile, quello dello sport femminile di eccellenza, facendo gridare al miracolo! Ed infatti ancora mi chiedo come abbiamo fatto, ma soprattutto come abbiamo potuto pensare che ci fossero persone veramente interessate a condividere con noi questo sogno…

Forse aveva ragione Eduardo: qui non può crescere nulla di fantastico, facciamocene una ragione!”

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