Il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere (presidente della corte Roberta Carotenuto, giudici a latere Fabio Provvisier e Luana Romano) ha condannato l’ex sottosegretario Nicola Cosentino (Pdl) a 7 anni e 6 mesi di carcere al termine del processo di primo grado (“Carburanti“) in cui era imputato per estorsione e illecita concorrenza con l’aggravante mafiosa.
La Corte ha emesso condanne anche a carico dei fratelli, Giovanni (nella foto sotto) ed Antonio Cosentino, rispettivamente a 9 anni e 6 mesi e 5 anni e 4 mesi.
Prescritto invece il reato contestato all’ex prefetto di Caserta ed ex deputato Pdl, Maria Elena Stasi (nella foto sotto).
I giudici hanno poi disposto anche la confisca delle quote e dei beni della società di carburanti della famiglia Cosentino, l’Aversana Petroli, fondata dal padre dell’ex politico, che secondo l’accusa sarebbe stata avvantaggiata illecitamente ai danni della società di un altro imprenditore, Luigi Gallo.
Tra gli episodi contestati anche i legami dei Cosentino con la prefettura di Caserta che nel 2006, quando era retta dalla Stasi, cancellò, secondo la Procura, l’interdittiva antimafia a carico dell’azienda dei Cosentino nonostante il provvedimento fosse stato confermato da una sentenza del Consiglio di Stato. La Stasi divenne poi parlamentare nel partito di Cosentino.
Con i Cosentino sono stati condannati anche:
– Luigi Letizia (cinque anni e quattro mesi), funzionario della Regione Campania,
– P. M. S. (sette anni), imprenditore ritenuto vicino al gruppo camorristico di Michele Zagaria,
– Giovanni Adamiano e Bruno Sorrentino (entrambi a tre anni e sei mesi), dipendenti della Q8;
Nello stessa indagine erano indagati anche Pasquale (nella foto sopra, a sn) e Antonio (nella foto sopra, a dx) Zagaria, fratelli del boss Michele, che sono stati condannati al termine del rito abbreviato.
Assolti invece gli ex dipendenti dell’Ufficio tecnico del Comune di Casal di Principe Vincenzo Falconetti, Giacomo Letizia e Vincenzo Schiavone.