E’ stata inaugurata la centralina di biomonitoraggio per il controllo della qualità ambientale, installata nell’area di pertinenza della magione casertana che Ferdinando IV di Borbone trasformò in una fattoria modello per la coltivazione di grano e per l’allevamento di razze pregiate equine e bovine, ed oggi, invece, utilizzata come polo museale in grado di attrarre decine di migliaia di visitatori all’anno.
L’iniziativa, fortemente voluta dalla Coldiretti Caserta che ha recentemente siglato un protocollo di intesa con la Fondazione Real Sito di Carditello, è stata inserita nel Progetto CARA Terra (che si avvale della supervisione di un Comitato Scientifico presieduto dal Prof. Antonio De Cristofaro dell’Università degli Studi del Molise e composto dal Prof. Emilio Caprio e dal dr. Gennaro Di Prisco dell’Università degli Studi Federico II di Napoli), già vincitore dell’Oscar Green Nazionale per il significativo esempio di sinergia che ha proposto tra l’attività produttiva propriamente detta e la tutela ambientale, dimostrando che l’economia rurale, quando sostenibile può avere anche una importante valenza di carattere sociale.
Le api di CARA Terra nel loro quotidiano bottinare in un ampio raggio di azione (almeno 3 km intorno alla Reggia) perlustreranno costantemente l’aria, l’acqua e la vegetazione fungendo da specie indicatrice (la cui presenza/assenza può essere associata ad un determinato tipo di inquinamento), bioindicatore vero (che manifesta modificazioni morfologiche in base alla presenza di inquinanti), bioaccumulatore (che accumulano gli inquinanti nei loro tessuti/organi) e biocollettore (concentrano particolari inquinanti nei prodotti).
Periodicamente i tecnici del CoNaProA – Consorzio Nazionale Produttori Apistici – che gestiscono la centralina, preleveranno campioni di cera, miele ed api, da analizzare in laboratorio, per monitorare la presenza dei metalli pesanti, in particolare di cadmio e piombo che sono inseriti nella lista europea degli inquinanti per i quali è richiesta una priorità di indagine nei programmi comunitari per il pericolo che rappresentano per la salute umana.
Il Direttore della Coldiretti Caserta, Angelo Milo, ha presentato l’iniziativa, precisando che “il progetto è inserito in un più ampio programma finalizzato alla valorizzazione del sito museale e dei risvolti storici, culturali ed ambientali che il luogo racconta grazie alla sua straordinaria bellezza architettonica e logistica. La Reggia può diventare il simbolo dell’innegabile legame che tiene uniti, a Caserta, l’agricoltura con le tradizioni e la storia di Terra di Lavoro“.
Gennaro Granata, vice-Presidente del CoNaProA e Delegato Regionale di Giovane Impresa Campania, nel suo intervento ha ribadito che “le api di CARA Terra concorreranno a dimostrare che il territorio casertano, dal punto di vista agroalimentare il più controllato al mondo, è salubre ossia non presenta ordinariamente livelli di inquinanti pericolosi per la salute pubblica, né più né meno dei territori limitrofi che godono, invece, di immacolata fama di salubrità. Per dimostrare tutto ciò – ha continuato Granata – utilizzeremo il lavoro delle nostre api che, come sanno tutti, sono esseri incorruttibili e, quindi, assolutamente attendibili. Di loro ci possiamo fidare“.