Dopo l’annuncio choc del Presidente f.f. della Provincia di Caserta Silvio Lavornia sulla chiusura di tutti i 93 istituti scolatici superiori di competenza dell’ente, si è tenuta una riunione-fiume in Prefettura a Caserta per decidere sul da farsi onde evitare a circa 56mila studenti di perdere l’anno scolastico e, per quelli dell’ultimo anno, di non poter neanche sostenere l’esame di maturità.
Premesso che una scuola già è stata chiusa dalla magistratura (si tratta dell’Istituto Tecnico Buonarroti di Caserta per il quale sono stati riscontrati gravi problemi di staticità), al termine della riunione si è deciso di chiudere, a partire da lunedì 15 maggio, solo tre istituti e cioè il Liceo Nifo di Sessa Aurunca, la Succursale del Liceo Classico Cirillo di Aversa ed il Mattei di Caserta per cui sono stati riscontrati problemi di stabilità delle strutture in seguito ai sopralluoghi effettuati nelle scorse settimane dai carabinieri.
Per le altre scuole si sta cercando una soluzione e, a breve, si terrà un vertice a Roma al quale parteciperanno i ministeri dell’Istruzione e dell’Interno. Ma, se non si trova una soluzione, gli altri 89 istituti potrebbero chiudere entro una settimana.
Per tutte le scuole non vi sono le autorizzazioni in materia di antincendio, agibilità, staticità e sicurezza sul lavoro e questa è una delle conseguenze del dissesto finanziario dichiarato dalla Provincia di Caserta a dicembre 2015.
Nel frattempo sono anche scattate le polemiche politiche. Infatti, dopo la comunicazione sconfortante di Lavornia, il governatore della Campania Vincenzo De Luca è intervenuto annunciando una delibera “salva-scuola’”da parte della Regione Campania.
“Abbiamo deciso – ha dichiarato De Luca – di stanziare un milione di euro per dare 50mila euro a ogni istituto in quanto non ci possiamo consentire di far chiudere le scuole e far perdere l’anno scolastico a migliaia di studenti. E cercheremo di far avere i soldi direttamente ai presidi, dato che l’Ente Provincia non ha approvato il bilancio e quindi non ha neanche lo strumento finanziario”.
Immediata la risposta piccata di Lavornia: “De Luca c’entra come i cavoli a merenda. Ha parlato di 50mila euro a istituto, ma dato che le scuole sono 92, secondo la matematica servono non un solo milione, bensì 4 milioni e 600mila euro”.
Polemiche a parte, quel che ci chiediamo noi è perché, per intervenire, si è atteso che si arrivasse a tanto, visto che quanto fosse drammatica la situazione per gli istituti scolastici superiori nella provincia di Caserta lo si sapeva da tempo tanto che, a marzo scorso, in una conferenza stampa alla Camera dei Deputati, fu proprio Lavornia a dichiarare: “Non abbiamo nemmeno più gli occhi per piangere”.
Da Caserta si punta ora il dito contro “l’indifferenza del governo nazionale” mentre De Luca parla di “logiche clientelari” che avrebbero portato alla situazione attuale ed accusa il centrodestra che tuttora guida la Provincia. Il governatore della Campania sulla sua pagina Facebook ha poi rincarato la dose: “Siamo convinti che Caserta sia la provincia della Regione con le maggiori opportunità di crescita e di sviluppo economico. Purtroppo, negli anni, si è dotata di amministratori che non sono stati in grado di valorizzare questo territorio. Fino ad oggi è prevalso un canale clientelare che ha portato solo situazioni drammatiche”. L’intervento finanziario per le scuole – “che non rientra –precisa – nelle competenze della Regione”, consiste in contributi straordinari a valere sul fondo per il diritto allo studio e sarebbe riconducibile a un emendamento alla finanziaria regionale, approvato a dicembre e diventato delibera di giunta a fine aprile.
E mentre dalla maggioranza in Regione si chiedono le dimissioni del presidente facente funzioni della Provincia di Caserta Lavornia, questi dichiara: “Le scuole sono più di novanta. De Luca promette 50mila euro l’una, ma un milione di euro non basta a lasciarle aperte. L’unica strada è l’emendamento al Decreto Enti locali approvato dal Governo lo scorso 11 aprile insieme al Def, che prevede un sostegno per le amministrazioni provinciali in dissesto”. L’emendamento, già depositato alla Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, prevede infatti che le Province in dissesto alla data del 31 dicembre 2015 siano esentate dal contributo allo Stato per il 2015 ed il 2016, come è stato già fatto per altre province italiane con un intervento diretto del Governo.
Così, mentre la politica si diletta a far polemica, a Caserta e provincia la scuola pubblica, e con essa il diritto costituzionale allo studio, va sempre più a scatafascio.