Caserta

L’urlo nelle strade del capoluogo: “Caserta non deve morire!”

Oltre mille i partecipanti al corteo organizzato dai sindacati CGIL-CISL ed UIL, iniziato dinanzi alla stazione FF.SS. del capoluogo e conclusosi, dopo aver attraversato le principali vie cittadine, nella piazza antistante la Prefettura di Caserta per protestare circa la grave situazione finanziaria della Provincia di Caserta, ente in dissesto dal 2015, che da due mesi non paga gli stipendi ai propri dipendenti e non è più in grado di provvedere alla manutenzione delle 93 scuole superiori e dei 1500 chilometri di strade di sua gestione.

Alla mobilitazione hanno aderito e partecipato numerosi sindaci con i gonfaloni di vari comuni della provincia che hanno sfliato per le principali strade del capoluogo insieme agli studenti in lotta contro la paventata chiusura delle scuole superiori, i circa 500 dipendenti dell’Ente Provincia non più retribuiti per il lavoro svolto, i lavoratori del Bacino di crisi casertano senza più lavoro.

Un vero e proprio “grido di dolore collettivo” lanciato da una comunità che continua, giorno dopo giorno, a veder sparire la speranza.

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Questi sono gli effetti devastanti – ha dichiarato Enzo Martone, segretario della Uil-Fp Campania – della legge Delrio che andrebbe immediatamente modificata in quanto ha provocato solo danni ai cittadini ed alle Province come quella di Caserta”.

Sulla stessa scia Camilla Bernabei, segretaria della Cgil casertana: “La provincia di Caserta ha davvero toccato il fondo e, se il Governo non interverrà immediatamente, il prossimo settembre le scuole non riapriranno rendendo la situazione sempre più drammatica”.

Da parte sua, Giovanni Letizia della Cisl si è augurato che “la manifestazione di oggi rappresenti una sorta di “primavera casertana”; questo territorio ha tra i più alti tassi di disoccupazione; i Governi, nazionale e regionale, devono farsi carico di risollevare le sorti di questa terra, e anche i parlamentari locali devono impegnarsi di più”.

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Si attende ora la decisione del Governo – che nel frattempo ha eccezionalmente stanziato quattro milioni di euro per pagare gli stipendi del personale – sulla discussione dell’emendamento al Decreto “salva province” che dovrebbe essere convertito in legge entro inizio del prossimo mese di giugno e che dovrebbe contenere una norma relativa proprio alla situazione casertana.

In particolare la Provincia di Caserta dovrebbe essere esclusa, per l’anno in corso, dal prelievo forzoso che il Governo sta operando a carico di tutte le Province italiane. Se ciò dovesse essere approvato, l’ente casertano sarebbe esonerato dal dover corrispondere 49 milioni di euro al Governo centrale il che consentirebbe in primis alla Provincia di approvare un bilancio (cosa che non avviene da oramai tre anni) per poi destinare questi milioni al risanamento delle  scuole ed alla manutenzione delle strade.

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Alla fine, tutti sotto la sede della Prefettura di Caserta ove si è  insediato da appena ventiquattro ore  il nuovo Prefetto Raffaele Ruberto che ha immediatamente ricevuto una delegazione di sindacalisti, sindaci e parlamentari. E’ stato stilato un documento unitario per sottolineare al Governo la necessità dell’approvazione dell’emendamento che potrebbe far sopravvivere la provincia casertana. Inoltre il Prefetto ha dato la sua piena disponibilità a realizzare a giorni un nuovo incontro per discutere della crisi del settore industriale e della mancanza di misure di sostegno per coloro che sono rimasti senza lavoro.

Ora non resta che aspettare le decisioni governative in merito. Il tutto sotto la minaccia di un disastro più volte paventato e che ora sta per materializzarsi, condannando Caserta alla morte sociale.

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