Caserta Sport

Un fiume di fiaccole inonda Caserta per lo Stadio Provinciale del Nuoto

Oltre quattrocento i cittadini a manifestare, ieri sera, pacificamente – con una fiaccolata seguita in diretta dai microfoni di Radio PRIMARETE nel programma «Dentro la Notizia» – per le vie del centro di Caserta per la difesa dello Stadio Provinciale del Nuoto.

Insieme ai cittadini anche i rappresentanti delle associazioni attive presso l’impianto sportivo provinciale, gli istruttori, gli atleti, rappresentanti dal mondo di tutto lo sport casertano e delle associazioni cittadine, ma anche i lavoratori che garantiscono e che hanno garantito, sino ad oggi, il pieno funzionamento della struttura. Uniche assenti le istituzioni, in particolare le provinciali, proprietarie dell’impianto di via Laviano, con l’unica eccezione di Carmine Pascarella, direttore dell’AGIS – l’Agenzia Gestione Impinati Sportivi della Provincia di Caserta – ente gestore della piscina provinciale, direttamente impegnato nella risoluzione del piscina-gate che sta raccogliendo tanto interesse, anche nazionale, nelle ultime settimane.

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Fiaccole accese, striscioni e slogan. Tanti giovani e tante, tantissime famiglie in strada per difendere un impianto sportivo «di tutti», casa per molti, moltissimi casertani che qui hanno imparato a nuotare. Insieme a loro non pochi disabili che hanno scelto di scendere in piazza nonostante il caldo di questo giovedì 29 giugno e le difficoltà oggettive legate ad una manifestazione del genere. «Il nuoto è l’unica attività che mia figlia può praticare, data la sua disabilità – ci racconta Gianni, padre di una giovane disabile ed utente della piscina provinciale, in strada a manifestare insieme alla figlia – e chiudere l’impianto rappresenterebbe davvero un problema per lei e per tanti diversamente abili che vedono in questa azione non solo la perdita di un luogo a cui sono legati, ma di una occasione per migliorare la propria condizione e per confrontarsi, in una attività che vede tutti uguali, con altri coetanei».

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La città, la provincia (dato il grande bacino di utenza dello Stadio del Nuoto di Caserta) si mobilità per la difesa di una struttura che non solo rappresenta un rarissimo caso di corrretta e proficua gestione pubblico-privato in Italia, ma è la vera casa dello sport, non solo natatorio, pubblica ed aperta a tutti nella città capoluogo.

«Tralasciando gli errori fatti nelle precedenti gestioni e che hanno contribuito a rendere precaria l’attuale condizione dello Stadio Provinciale del Nuoto – dichiara Carmine Pascarella, direttore dell’Agis – è importante, per me, essere qui per dimostrare solidarietà alle associazioni, ai lavoratori, agli utenti, a quanti frequentano l’impianto quotidianamente. Dall’incontro avuto qualche giorno fa con il presidente della regione, Vincenzo De Luca, con il mio staff ho profuso il massimo impegno al fine di ottenere, entro 24/72 ore, tutte le documentazioni necessarie per l’inserimento dell’impianto all’interno del grande piano delle Universiadi Napoli 2019. Inoltre, mi aspetto, entro la prossima settimana, buone notizie dal presidente Del Luca circa la non chiusura dello stadio del nuoto; è un argomento che sta seguendo in prima persona e con particolare attenzione. Abbiamo già ottenuto la possibilità di continuare a tenere aperta la piscina nel mese di luglio e spero che tale apertura possa essere garantita anche nel mese di settembre. Sarà, questo, il segno tangibile dell’ottenimento della proroga, a sua volta dimostrazione dell’autorizzazione ai lavori destinati a rispettare le prescrizioni dei Vigili del Fuoco ed a mettere fine a questa triste situazione. Ciò vorrà dire che potremo, entro breve, finalmente riconsegnare la piscina alle associazioni in condizioni ottimali a garanzia di quanti la frequentano e ci lavorano quotidianamente».

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Ma chi sono i lavoratori ed i frequentatori quotidiani dell’impianto di via Laviano? Innanzitutto gli addetti alla manutenzione e, poi, gli istruttori ed i preparatori atletici. In tutto, sono circa cinquanta le famiglie che vedrebbero vertiginosamente precipitare la propria condizione economica a causa della chiusura dello Stadio del Nuoto. Oltre costoro ci sono gli atleti, non solo del mondo del nuoto, ma anche utenti delle due palestre annesse alla piscina provinciale, che vedrebbbero venire a mancare la sede principale in cui svolgere i propri allenamenti. «Se dovesse chiudere lo Stadio del Nuoto, vorrà dire che saremo costretti ad andarci ad allenare davanti la Reggia – commenta Nicola, maestro di taekwondo e dirigente di una delle due palestre annesse alla piscina provinciale – poiché non sarebbe facile trovare altri luoghi pubblci, a Caserta, dove poter svolgere tale attività. Tra le fila delle nostre associazioni ci sono campioni nazionali, giovani atleti che hanno scelto la nostra città – provenendo anche dall’estero — per svolgere la propria preparazione sportiva, giovani in odore olimpico e paralimpico che, ogni giorno, insiema a noi vivono questo luogo come una seconda casa, molto spesso strappati alla strada ed alla criminalità. La chiusura sarebbe una perdita immensa, non solo per noi che viviamo lo Stadio del Nuoto, ma un impoverimento per Caserta».

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Sono tante le voci degli istruttori, degli atleti, dei dirigenti che scuotono e muovono la fiaccolata – al grido «Non molliamo finché non firmiamo!» cantato, urlato e scritto sugli striscioni – ma quali le proposte concrete, dal basso, per risolvere i problemi della piscina provinciale? «Vogliamo, innanzitutto, il rinnovo quadriennale delle prossinme convenzioni che le associazioni andranno a sottoscrivere – dichiara Emanuele Esentato, rappresentante delle associazioni presenti allo Stadio del Nuoto ed animatore della pacifica protesta – al fine di garantire una presenza attenta presso la struttura, offrendo alle associazioni una garanzia in più alla loro permanenza ed all’ente Provincia la sicurezza di un gettito economico prolungato nel tempo. Inoltre, chiediamo che la piscina non venga chiusa, ma che, per quanto possibile, si garantisca la presenza interna delle associazioni anche durante tutto il periodo di svolgimento dei lavori. Sappiamo perfettamente come e quanto i tempi delle opere pubbliche si allunghino in Italia ed una piscina possiede degli impianti che non possono essere spenti per nessun motivo. Al contrario di altre strutture sportive, solo l’uso quotidiano dello Stadio del Nuoto può aiutare a porre l’attenzione, grazie all’occhio vigile delle associazioni presenti, a quei piccoli problemi che, ingigantiti dal tempo e dall’incuria, potrebbero minare ancora una volta la sicurezza dello Stadio del Nuoto».

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Praticamente assenti alla manifestazione le istituzioni dell’ente proprietario della struttura – la Provincia di Caserta – e poche e timide anche le presenze politiche del Comune di Caserta. A parte una sparuta e muta comparsa, al corteo, di consiglieri dell’opposizione, è l’ex vicepresidente del consiglio comunale, Luigi Cobianchi, a dire la sua: «solo chiacchiere, promesse e nessuna presenza istituzionale in piazza. Eppure sarebbe stato tanto semplice e tanto importante essere presenti, accanto alla gente, in questo giovedì di pacifica manifestazione in difesa di una così importante infrastruttura della nostra città. Il problema dello Stadio del Nuoto è grave ed oneroso e solo la Regione Campania, in sinergia con il Ministero preposto, ha le possibilità per poter salvaguardare il suo funzionamento. La nostra è una città continuamente esclusa dai più importanti eventi che toccano la regione e continuamente defraudata dei suoi più significativi e storici valori, come già accaduto con la perdita delle caserme e con l’apertura di una università che, sparpagliata sul territorio, manca della possibilità di essere volano di crescita economica e culturale di Caserta. La piscina provinciale è uno dei pochissimi fiori all’occhiello della città e rappresenta un unicum a livello nazionale oltre ad essere garanzia di forte gettito economico per l’ente Provincia – che incassa circa 90.000€ al mese dalle associazioni – e la sua chiusura rappresenterebbe un gesto folle per un ente dello Stato in dissesto, come in questo caso. La mia preoccupazione è che vi sia dietro il grande interesse di un privato a cui l’ente pubblico, seguendo un tipico malcostume italiano, vuole spianare la strada di accesso all’uso esclusivo dello Stadio del Nuoto».

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Parole dure quelle dell’ex consigliere Cobianchi che si uniscono alla polemica per la grande assenza anche delle istituzioni sportive della città. «Non c’è né un rappresentante del Coni né della Federazione Italiana Nuoto in mezzo a noi – dichiara Fabio Zanolini, rappresentante di una delle associazioni presenti in piscina – e con strana ironia tutte le associazioni hanno scritto, in questi giorni, proprio all’organo federale per chiedere come comportarsi davanti al rinnovo dell’affiliazione per il prossimo anno sportivo, venendo a mancare la struttura dove svolgere attività natatoria. Ci sono i campionati, gli atleti: qui non ci sono solo amatori, ma anche giovani che sognano un futuro atletico nella città in cui sono nati. E cosa rischia di offrire loro la città in cui sono nati? Niente».

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Al momento la protesta si ferma qui, in una piazza Vanvitelli spenta, ma ricca di calore, dopo che il corteo ha attraversato l’intera città, ma continua su facebook, alla pagina giù le mani dallo stadio. Resta il desiderio di riprendersi una piscina provinciale che non può e non deve chiudere, che deve tornare al centro di tanti eventi di cui è stata cuore pulsante in passato. La speranza di tutti è che tutto si risolva presto e per il meglio. E che non sia tutto, manco a dirlo, un ennesimo “buco nell’acqua“.

(Gianrolando Scaringi)

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